di ANTONIO CURCIO
Nonostante la rabbia, per la crisi di governo contro gli interessi primari del paese, imputabile ad una evidente “mania di protagonismo”, per giunta condita con “salsa piccante di megalomania” di un personaggio spregevole, ho trovato la forza di seguire in questi giorni tutte le frenetiche consultazioni al Quirinale, dei vari partiti, gruppi e partitini.
In questo frangente in cui gli uomini e gli “ominicchi” si mescolano liberamente, così come le donne con gli “attributi” e quelle che farebbero meglio a “fare la calza”, c’è stato qualcuno - anzi qualcuna - che ha avuto l’ardire e la capacità di battere anche lo squallore del renzismo.
Infatti, ed in perfetta linea con lo stile poco ortodosso della sua storica radice radicale prima, e filo anarchica nel tempo, la Emma Bonino, contraddicendo la sua origine femminile - che ha da sempre aperto ampi squarci ed estremi margini di stima, amore e sentito rispetto, da parte mia, verso le donne ed il loro pensiero - ha dato il meglio di se con una spiegazione della crisi ed un NO secco a Giuseppe Conte, che non conosce confini di mancata legittimità intellettuale, politica e programmatica.
L’intervento della Bonino - nel post consultazione dei suoi quattro gatti randagi - ha del vomitevole nell’applicazione di concetti di “Rilancio del Paese” nella discontinuità degli attori. Forse detto da Salvini o la Meloni avrebbe un certo senso compiuto, ma detto dalla Bonino ci fa ancora di più capire come il nostro sia un paese piccolo/piccolo.
Evviva la Repubblica! Evviva la “Repubblica delle Banane”!
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