La riflessione di Felice Caristo: “I numeri freddi e analitici non consentono fraintendimenti e negazionismi’

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images La riflessione di Felice Caristo: “I numeri freddi e analitici non consentono fraintendimenti e negazionismi’
Felice Caristo
  02 gennaio 2021 12:09

Di FELICE CARISTO


84 Mila deceduti in più tra febbraio e novembre del 2020 rispetto alla media del 2015-2019 non consente troppe disquisizioni.

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In questo breve periodo la popolazione di una città italiana di medie dimensioni è scomparsa, nel nostro Paese si calcolano 57.647 decessi fra i positivi al Covid-19 tra febbraio e novembre. Entrando nella composizione del rapporto Istat e Iss vediamo che rimane pressoché invariata la percentuale delle vittime tra coloro con meno di 50 anni, intorno all’1% per uomini e donne, la classe degli over 80 è stata la più colpita, il 60% dei decessi complessivi.

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Secondo questo rapporto, dalla fine di febbraio a novembre, il contributo dei decessi Covid-19 alla mortalità generale è stato del 9,5%.

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Nella prima ondata epidemica (febbraio-maggio) c’è stata una media di deceduti del 13% (valori prossimi al 20% al Nord, 6% al Centro e 3% al Sud), nella seconda ondata (ottobre-novembre), il contributo complessivo dei decessi Covid-19 è passato al 16% a livello nazionale il 3% in più rispetto alla prima ondata, ( 19% al Nord quindi con una diminuzione rispetto alla prima ondata dell’1%, al centro e al sud c’è stato un aumento complessivo del 13% che comunque è superiore alla sommatoria tra il 6% del centro e il 3% del sud della prima ondata), nella seconda ondata il mese dove si sono concentrati i maggiori decessi è stato quello di novembre.

In molte regioni del Nord il mese di novembre supera come mortalità totale il picco raggiunto nella prima ondata tra marzo-aprile.

La regione più funestata in questo rapporto è la Valle D’Aosta +139% rispetto al +71% di aprile relativo alla prima ondata.

Segue il Piemonte (+98% a novembre rispetto al +77% del quarto mese del 2020). Un po’ distanti, poi, Veneto (+42,8% rispetto alla prima ondata ci attestiamo al +30,8%) e Friuli Venezia Giulia (+46,9% nella prima ondata ci attestiamo al +21,1%).

L’incremento dei decessi a novembre è più basso rispetto a quello osservato nella prima ondata dell’epidemia solo in Lombardia (+66% a novembre rispetto al +192% di marzo e al +118% di aprile) e in Emilia Romagna (+34,5% sul 69% del terzo mese del 2020).

La seconda ondata si caratterizza a ottobre per un eccesso di decessi totali del 13% sia al Nord che al Centro-Sud, mentre nel mese di novembre si distingue nuovamente un eccesso di mortalità al Nord (+61,4%), rispetto al Centro (+39,3%) e al Sud (+34,7%).

Un altro dato che fa riflettere è che tra febbraio e il 30 novembre sono stati diagnosticati dai laboratori di riferimento regionale 1.651.229 casi positivi al Covid-19. Resta invariata la prevalenza tra le donne (54%), ma diminuisce la classe di età mediana dei casi: 45-49 anni rispetto a 60-64 anni della prima ondata. Cala, in percentuale, il dato dei contagi registrato nella popolazione molto anziana (80 anni e più), che passa dal 26% della prima ondata all’8% della seconda, questo dipende verosimilmente in gran parte all’aumentata capacità diagnostica tra le classi di età più giovani e nelle persone con sintomi meno severi.

Questo per certi aspetti articolato ma drammatico rapporto dimostra che da questo momento terribile la nostra Comunità nazionale, ne esce soltanto con una consapevolezza da parte di tutta la popolazione italiana all’adesione alla campagna vaccinale, dimostrazione di grande solidarietà di ogni singolo cittadino nei confronti dei suoi consociati. Questo è l’augurio più grande che possiamo fare alla nostra Nazione.

 

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