di FELICE CARISTO
Da tempo il business del cibo, dal campo alla ristorazione, fa gola ai colletti bianchi della criminalità, ora poi l'allarme è altissimo con le aziende piegate dalla crisi provocata dall'emergenza Covid - 19.
Non solo i tradizionali reati dell'abigeato ai furti dei macchinari, l'interesse per il settore punta ai grandi affari, ai finanziamenti europei, alla gestione delle reti logistiche che creano una situazione di mercato falsata con pochi centesimi pagati agli agricoltori per i loro prodotti e rincari fino al 300% per gli stessi prodotti in vendita nei supermercati.
Ma c'è il complesso fenomeno del Caporalato gestito da strutture organizzate che assicurano i trasporti e sono i primi artefici dello sfruttamento della manodopera. Il fatturato delle agromafie ha raggiunto quota 34 miliardi ed è destinato dunque a crescere.
L'ossevatorio Agromafie guidato da Giancarlo Caselli ha rilevato che la criminalità organizzata controlla cinquemila locali, con l'agroalimentare che è divenuto una delle aree prioritarie d'investimento. Un settore quello agroalimentare che consente alla criminalità organizzata di infiltrarsi in modo capillare nella Società Civile, e condizionare la vita quotidiana delle persone.
La Coldiretti per arginare l' accrescersi dei condizionamenti in questo settore ha proposto di stringere le maglie ancora larghe della legislazione, con la riforma dei reati in materia Agroalimentare. In questo contesto diventa più urgente l'applicazione delle proposte di riforma dei reati alimentari presentate da Giancarlo Caselli, l' ex Procuratore invita a valutare bene la portata delle semplificazioni ( il riferimento è al decreto appena pubblicato in Gazzetta) perchè occorre considerare che tutte le procedure riguardanti la cessione di prodotti agricoli nonchè i connessi adempimenti fiscali e contabili qualora fossero semplificati indiscriminatamente potrebbero avere come effetto inaspettato quello di creare una sorta di mercato occulto di questi prodotti.
Testata giornalistica registrata presso il tribunale di Catanzaro n. 4 del Registro Stampa del 05/07/2019.
Direttore responsabile: Enzo Cosentino. Direttore editoriale: Stefania Papaleo.
Redazione centrale: Via Cardatori, 9 88100 Catanzaro (CZ).
LaNuovaCalabria | P.Iva 03698240797
Service Provider Aruba S.p.a.
Contattaci: redazione@lanuovacalabria.it
Tel. 0961 873736