La riflessione di Mario Nicotera: "Siamo un po' tutti Casanova, protagonisti della stessa vicenda umana"

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Il dottore Mario Nicotera
  03 aprile 2023 16:28

di MARIO NICOTERA


Ieri ho visto il film di Salvatores e mi sono piacevolmente messo a pensare.
Siamo un po' tutti Casanova e un po' tutti, protagonisti della stessa vicenda umana: il volgere inesorabile della vita verso il suo destino finale.

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Proprio allora, sorgono due sentimenti in conflitto: abbandonarsi alla rinuncia e alla rassegnazione o combattere per continuare la vita.
A seconda del nostro livello di “narcisismo”,  adottiamo la soluzione di giocare a nascondino con la morte, o beandoci di ciò che siamo stati capaci di costruire e godere, o disperandoci per quello che andiamo perdendo: potenza, creatività, gioia. 
De questa è la scelta, corriamo il pericolo di precipitare nell’abisso della depressione e, con questa, nell’invidia per chi sta venendo dopo di noi, per i nuovi tempi e per gli eroi moderni  che ci sovrastano. Prevale la rabbia, il  raptus pantoclastico, il rifiuto e la negazione dei simboli del volgere del tempo.

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Se il nuovo Narciso cede alle parole “forti” dell’amico di sempre (certe volte non serve lo psicoanalista!), riprende a corteggiare la vita, elegge la speranza e la fiducia al rammarico, rivolge con rinnovata fiducia lo sguardo all’incontro insperato, accoglie l’imperioso procedere dei sentimenti, coglie il consenso negli occhi dell’altro e vi si abbandona con tutto il suo essere, quello più attuale, non quello nostalgico e distruttivo e il gioco è fatto.

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Non è, forse, l’amore il primo e unico anelito di vita? Perché torturarsi nel conflitto? C’è, allora, una sola età dell’amore o esso è eterno e incommensurabile? Proprio lui può aiutarci ad accettare le rughe, la perduta freschezza delle nostre passioni! Non servono i belletti e i travestimenti “alla Casanova”: essi non possano competere col più nobile dei sentimenti. Occorre, dunque, cedergli, alimentarlo, accettarlo e, con questo , fortificarsi e sfidare a duello la giovinezza e averne ragione.

Una volta vittoriosi, sarà facile accettare la novità del presente e la sua mutata creatività. Continuità, dunque, spinta vitale rinnovata accettazione del limite (non c’è speranza per gli inguaribili!!!), ma anche recupero di risorse vecchie e recenti e loro proiezione nel futuro. E l’amore torna ad accendere passioni sopite, a pervadere spirito e corpo,  per far trionfare, ancora una volta, in un grembo compiacente, la Vita.

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