di MAURIZIO ALFANO
Esisto. Già, quello che può la lingua italiana è straordinario. Aggiungi una sola consonante e questa parola diventa [d]esisto, ovvero [r]esisto. E fu proprio dalla consonante che si decise adoperare oramai 76 anni fa, che è dipeso poi, gran parte della nostra stessa esistenza. Già, perché di fronte al nazi – fascismo due sono state le scelte adoperate da uomini e donne, alcuni hanno desistito, non hanno preso parte, si sono mostrate indifferenti, vili, altri invece, hanno per fortuna resistito, hanno preso parte, hanno parteggiato, sono diventati essi stessi partigiani e per questa via hanno combattuto soprattutto per la libertà dei posteri.
Uomini, donne, ragazzini, decisero e compresero come fosse fondamentale affermare i valori delle libertà, delle differenze, delle identità multiple, e per questa via liberare il mondo, dunque non solo l’Italia, dal giogo dei regimi fascisti. Presero coscienza dell’atrocità dell’uccisione seriale di uomini e donne, di loro simili, nei campi di sterminio, nella speranza combattendolo, che quell’orrore non potesse mai più ripetersi. Nella speranza ancora, che il mondo futuro, conosciuto l’orrore del razzismo biologico e demagogico potesse anche per il tramite delle loro lotte, del sacrificio delle loro vite, rimanere al riparo da rigurgiti nazionalisti.
Resisto, resistenza, sono l’essenza stessa dunque della nostra esistenza e resilienza , eppure c’è chi blatera ancora di confini claustrofobici, quando è bastato uno starnuto per metter in ginocchio un mondo intero. C’è chi blatera ancora di nazionalismo e suprematismo, quando mutamenti climatici e sociali sempre più radicali stanno spazzando via ogni confine fisico e mentale. C’è chi ancora oggi è sterminato dei suoi diritti nei campi del lavoro sfruttato, è ucciso quotidianamente nell’anima ogni qual volta è soggiogato, molestato, schiavizzato nel nome del sovranismo alla quale buona parte dell’arco costituzionale si è oramai abbandonato e mentalmente prostituito. Già, quell’arco costituzionale per la quale si è combattuto e trovato la morte, affinché avesse la capacità di ripudiare la guerra, la ricostituzione sotto qualsiasi forma del partito fascista, ed invero assistiamo inermi all’affermarsi di guerre tradizionali , ovvero combattute con altri armi, così come al ricostituito partito fascista per il tramite di altre forme e movimenti che postulano però medesima aberrazione. Cosa rende differenti oggi dai gerarchi fascisti, quei politici che affermano che gli anziani al tempo della pandemia sono sacrificabili, che il vaccino va inoculato prima al Nord perché è il motore della Patria, che il genere umano non ha medesimi diritti, e per questa via chiudere i porti, invocare respingimenti ed affondamenti di navi cariche di umanità. Cosa hanno di differente dal nazi – fascismo chi predica, vaticina dosi di odio giornaliero, mentre nascondono come fosse contabilità da sottrarre alle tasse, il numero dei morti per Covid in Sicilia.
Nulla, la guerra delle parole, il linguaggio d’odio, i comportamenti sferzanti e supponenti di chi si nasconde nell’opposizione poiché incapace al di là degli slogan di amministrare, ci ricacciano indietro negli anni, ma ci offrono anche l’opportunità di ritornare ad esistere e resistere. A prendere parte, parteggiare e ritornare ad essere partigiani. Ora, sempre.
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