di TERESA SINOPOLI
"Una storia fuori dal Comune" di Gianni Speranza, edito da Rubbettino, nasce dall'esigenza profonda dell'autore di raccontarsi. Un modo per ricordare, comprendere e comprendersi. Una sorta di memoriale dove il protagonista e io narrante ripercorre, con robusta capacità espressiva, gli episodi più importanti degli anni del suo mandato (per due volte consecutive) a sindaco della città di Lamezia Terme.
Sin dalle prime pagine del libro si fa evidente la personalità dell'autore. Un carattere forgiato, anzitutto, dall'ambiente familiare, aperto al cambiamento secondo i principi del socialismo democratico in esso radicati.
Ed è proprio in famiglia, nella libreria di casa, che Gianni avrà occasione di letture significative, semenza del terreno fertile quale può essere la giovanissima età di un ragazzo in cui far crescere i propri ideali.
In questa primissima fase della vita, infatti, Gianni traccia davanti a sé il suo cammino e, ispirato dai valori dell’onestà e sincerità, sempre attento al rispetto della persona umana qualsiasi strato essa appartenga, incanala le sue emozioni con la militanza nel Partito Comunista, mettendosi al servizio di esso.
Già all'età di 24 anni è segretario provinciale a Cosenza. Sono anni pieni di passione e impegno. Poi, la morte di Berlinguer che accelera quel processo che fa dei partiti “macchine di potere e di clientela” spengono in Gianni, che non aveva mai considerato la politica occasione di potere, la fiammella della speranza di un cambiamento positivo della società.
Quindi, guardando alla cultura come strumento necessario a cambiare il mondo, riprende gli studi che lo porteranno alla professione di insegnante a cui Gianni affiancherà, per diversi anni, anche opere di volontariato per la sua città.
Nel 2005 l'inaspettata candidatura a sindaco.
A quell'epoca Lamezia è una città insanguinata da atti malavitosi dovuti alle cosche locali; una città che inoltre portava i segni di ben due, a distanza di pochi anni l'uno dall'altro, scioglimenti del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose.
La vittoria del sindaco Speranza è la speranza dei cittadini onesti che avevano visto nella persona, che aveva rifiutato pubblicamente i voti della 'ndrangheta, la possibilità di cambiamento.
Saranno anni molto complessi e difficili quelli dell'amministrazione Speranza; Gianni si troverà a governare senza la maggioranza in Consiglio, durante gli anni in cui la Regione Calabria era fortemente influenzata da una criminalità intrecciata con i gruppi di potere economici. L'impresa è ardua. Eppure, passo dopo passo e tra mille difficoltà, il sindaco lametino cercherà di marginalizzare la criminalità e costruire, secondo il suo ideale, un tessuto civile e democratico.
A tale proposito, importante è, durante l'amministrazione Speranza, la nascita di Fondazione Trame e del Festival da questa organizzato. Un punto di forza per Lamezia che guarda alla cultura, aperta alle nuove generazioni, come arma vincente contro le ingiustizie e i mali sociali.
Nel libro sono riportati, presenti all'appello come in un giorno di esami, tutti gli avvenimenti che fecero parte e che segnarono gli anni della sua attività di sindaco.
Il suo mandato ha inizio con l'incendio della porta del Comune, chiaro messaggio intimidatorio verso colui che aveva preannunciato, durante la campagna elettorale, una netta distanza dal mondo malavitoso e dal serbatoio di voti che questo poteva offrire. Eppure, nonostante i tanti omicidi e i tantissimi attentati intimidatori del racket delle estorsioni, tra i quali il più grave quello alla famiglia Godino, l'attività di Gianni sarà tutta protesa e determinata a sopraffare e liberare la città dal giogo mafioso. "C'è la mafia, ma ci siamo anche noi" dirà più volte alla sua gente. E questa risponderà, grazie anche ai legami umani che Gianni riesce a instaurare, con testimonianze positive dalle quali egli trarrà sempre la forza per andare avanti.
Dire di tutte battaglie e le conquiste di Gianni, sarebbe cosa impossibile. Per questo vi rimando al libro, dirò soltanto che il palazzetto dello sport, il parco "Peppino Impastato" e il Complesso di San Domenico sono soltanto alcune delle infrastrutture che hanno giovato del suo operato.
Così come sono da ricordare la volontà di potenziare l'immagine della città con la visita, che Gianni volle fortemente, dell'allora Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e successivamente di Benedetto XVI
L'attenzione verso le politiche sociali, le delibere per l'assegnazione dei beni confiscati alla mafia, il problema di sempre della comunità rom sita in località Scordovillo, l'affare Icom, l'educazione dei giovani e la fuga di questi dalla propria terra in cerca di lavoro e tanto altro ancora costituiranno, per il primo cittadino, problematiche importanti alle quali egli dedica, durante il corso dei suoi due mandati, gran parte del suo tempo, approcciandosi ad essi secondo gli antichi ideali, mai cambiati di una virgola, che da sempre sin da ragazzo aveva coltivato.
"Una storia fuori dal Comune" è un libro che va letto nel suo duplice significato, a partire dal suo titolo.
I fatti riportati raccontano di una città la cui storia potrebbe essere simile a quella di tante altre città del nostro Mezzogiorno, ma non quella del protagonista che si manifesta al lettore con straordinaria semplicità, mostrandosi nel suo essere, nella sua essenza, ovvero quella parte profonda di ciascuno di noi che ci fa diversi dagli altri.
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