"Egalitè, fraternitè… solo se però sei mio amico o potresti tornare utile alla congrega"
22 gennaio 2021 11:32di VALENTINA FALSETTA
Le teorie di quel che fu illuminismo e illuminismo giuridico, sfociate nella Rivoluzione francese e che influenzarono gli Stati di diritto, di certo seppur contenenti una certa vena di particolarismi e/o contraddizioni (col corredo di diritti e obblighi eguali fra uomini intesi come maschi) ebbero importanza fondamentale per il processo di istituzionalizzazione dei diritti naturali dell’individuo in quanto tale.
In particolare mi riferisco a quel corollario di diritti che tutelano il cittadino dai soprusi in ambito penale.
Principi quelli dell’illuminismo giuridico che fondano le garanzie negative, ossia garanzie da esercizi arbitrari dei poteri statali, soprattutto quello giudiziario, e che vanno a formare lo scudo del garantismo in risposta al giustizialismo: quel movimento sociale e culturale rafforzatosi tramite la potente commistione negli ultimi decenni di politica-giustizia- mass media e che si traduce nella negazione del principio della presunzione di innocenza fino a condanna definitiva, nella caccia all’uomo e nello stigma, con le sentenze di assoluzione rilegate invece a trafiletti invisibili.
Sorgono di continuo le bolle mediatiche costruite ad hoc con l’intrinseco pregiudizio morale, poi sgonfiate persistendo però il danno arrecato agli indagati assolti o mai giudicati.
Assodato che il giustizialismo neghi lo svolgimento della giustizia stessa, si potrebbe dire in senso lato persino che contrasti il diritto ad un giusto processo, proprio perchè a mio avviso affianca all’unico processo legittimo un giudiziomediatico che altro non è se non fonte di populismi universalizzati, ossia che partono dal populismo di partito per espandersi anche nelle vicende giudiziarie dei governati.
E’ in quest’ultimo settore che infatti riscontro dall’osservazione dei fatti- cfr operazione “Basso Profilo” et similia- quel garantismo che farebbe rabbrividire gli Illuministi.
Coloro i quali travolsero le fondamenta del vecchio sistema per fondare una società di eguali, assurgendo tale eguaglianza a pilastro delle tutele dai governanti e soprattutto fra governati stessi: eliminando di fatto privilegi connaturati alla posizione sociale e economica davanti alla Legge, fondarono proprio quello che noi oggi intendiamo per garantismo. Lo stesso che declinato a quel momento storico mi sembra tuttavia “puro”, perchè l’abbattimento delle differenze di ceto era motivo ispiratore della Rivoluzione stessa.
Ebbene nel presente mi domando, e domando a voi, cosa rimane di quel principio di eguaglianza (di conseguenza del garantismo) stendardizzato a ogni piè sospinto, se viene difeso solamente nei casi di colletti bianchi indagati?
Forse, banalmente, una diseguaglianza sostanziale fra formalmente eguali, incoraggiata dalla posizione rivestita in società.
Ben venga la discussione sul giustizialismo italiano e i suoi effetti negativi, ma si badi per onestà intellettuale (che sia una deformazione professionale solo dei giuristi non voglio crederlo) a non trasformare il garantismo che tutela il cittadino a quello che protegge unicamente l’elite dell’Ancien Regime di turno. Altrimenti, volenti o nolenti, si finisce per negare la funzione stessa delle istanze di tutela.
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