di VITALIANO NISTICO'
Start di prove e buona la prima, facciamoci un selfie, poche battute e alla salute. L' impegno costante di uno show che deve andare avanti, continuare a volare alto a qualsiasi "costo", anzi, a tutti i costi, mentre la città è, ancora oggi, una terra promessa. Eccesso di "fantasia", unica regola che tutti i problemi se li porti via, via via prende forma il culto della Cinemazia.
Il traguardo raggiunto ha innalzato il livello popolare della nostra Catanzaro, da quasi vent' anni il retrobottega del gran salotto marinato in salsa borghese, ha dato lustro ai lampioni, lasciando le barche a "porta portese". Un capoluogo sui tre colli, più sfilate, pochi autografi, glorie impostate per una sola grecanica estate. Vedessimo il decollo di un' intera città ma il debutto si apre alla follia, di un secchio vuoto e simbolo della Cinemazia.
Dimostrazioni virtuali sul plauso del parcheggio "reinventato", ecco il primo, vero, abilissimo, risultato.
In centro, città, però, troviamo quiete che affievolisce la passeggiata solitaria, contemplandone pensieri, di turisti per caso stravolti nei ciechi sentieri. Sarà difficile affermarsi, incisivo e netto regna il contrasto di ospiti e vane speranze, che il bio-comico assenso sia pater provido silenzio.
Cresceranno ovunque i giovani e vedranno affermare il proprio talento, sempre più consapevoli, che mai accada di farsi spazio a Catanzaro, città della "stesura" e del calice amaro. Impressionismo facile per sua natura, bastano i social, fumettistica border line e scanzonata levatura. Ritroviamoci nel presente "laccato" in platea, ma poi tutto finisce e tu ci sei stato?
Torna l'oblìo che unico e solo sia il decantato. Questa volta, però, non si osi più di tanto, chi ben comincia si prenda pure la Provincia. A noi catanzaresi basta essere compresi, oggi qui è domani lì, a far da pubblico non serve mica l' ombrellone, protagonisti al "vento" fatta solo qualche eccezione. Scopriremo un giorno quali scopi ? Mentre il mare è sporco ed in città circolano topi!
Dai quartieri al caldo abbandonati, ma l’ umido rinfresco delle pioggia li avrebbe, appunto, ripuliti. E Mò !?
Quel che dovrebbe essere cambiato, che il fare pubblico non sia più "limitato", ma libero da spicciola "fantasia" di una città "spostata" al culto della Cinemazia. W l'Italia".
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