La riflessione. La "Primavera di Praga" letta da Peppino Bisantis

Share on Facebook
Share on Twitter
Share on whatsapp
images La riflessione. La "Primavera di Praga" letta da Peppino Bisantis
Peppino Bisantis
  01 ottobre 2020 17:10

di PEPPINO BISANTIS*     

1956 POZNAN-1968 PRAGA                            

Banner

"Due tristi ricordi della mia infanzia, due ingiustizie che restano negativamente sulle coscienze dei comunisti italiani sempre proni -verso Togliatti - alle atrocità che si compivano contro l'uomo.

Banner

Nel Giugno del 1956 gli operai di Poznan presi dalla furia appiccarono il fuoco alla prigione, assediarono i quartieri generali del partito, ribaltarono le automobili di rappresentanza, stracciarono le bandiere sovietiche e sfilarono lungo le strade urlando “vogliamo il pane” Morirono più di 200 persone (tra cui alcuni agenti di polizia) e molte di più restarono ferite. Quando l'esercito soffocò la rivolta i seguaci di Gomulka dichiararono che le difficoltà dei lavoratori erano reali. Il 19 Ottobre una divisione sovietica marciava verso la città. Gli operai la fronteggiarono armati infliggendo alcune perdite.

Banner

Gli ungheresi come i polacchi non desideravano un capitalismo di stile occidentale, ma un socialismo carico di buon senso e retto dagli ungheresi. Folle capeggiate da studenti invadevano le vie di Budapest per chiedere libertà di stampa, libera circolazione, libera educazione e abolizione della pena capitale, e la fine dell'occupazione sovietica. Quale fù la reazione dei Comunisti italiani? La CGIL assunse sui fatti di Poznan una posizione molto critica, in linea con quella socialista. E poi la crisi polacca si risolse positivamente dentro il sistema comunista con l'avvento di Gomulka. La CGIL di forte osservanza comunista e sovietica. Di Vittorio fece una dichiarazione a nome della segreteria, di stretta solidarietà con gli operai polacchi “hanno ragione” su queste cose, il mio amico Lama ha commentato che non si può dire automaticamente che gli operai hanno ragione. Gli operai possono avere anche torto. Per questa sua dichiarazione Di Vittorio fù violentemente attaccato dal Pci per la sua posizione Togiatti dette l'incarico a due compagni della segreteri di (ripulirgli il cervello).          

"1968 " La Primavera di Praga". Come riassume Fausto Bertinotti, “questo dibattito fa muovere le viscere” c'è tanto cuore, ci sono passioni, rancori e pezzi di vita nelle parole dei relatori che sono stati chiamati per la conferenza internazionale dedicata a “La Primavera di Praga”. Stefania Craxi ricorda che: “ in quell'epoca i comunisti italiani stavano con i carrarmati sovietici Noi, i socialisti, stavamo con la libertà e da quel momento fu rottura. C'è l'onesta intellettuale di Fausto Bertinotti, che difende il fatto che “ quello della Primavera di Praga non era un sogno ingenuo perchè aveva alle spalle un gruppo dirigente solido”  la Primavera di Praga è stata abbandonata da quelli che l'avrebbero potuta aiutare”, che è stata “una scelta tragica non aver rotto con l'Unione Sovietica” e che “il Movimento Studentesco mondiale del '68 aveva preso lucciole per lanterne”. Il vicedirettore del “Corriere” Pierluigi Battista, a nessuno, anche nelle Università importava nulla della Primavera di Praga e non a caso ne allora, ne dopo si sono mai viste T-shirt con la faccia di Jan Palach. IL PCI oggi Pd non hanno ancora avuto il coraggio di ammettere che hanno sempre chiuso le porte ai perseguitati politici del'Est. Nel mentre in casa del Vicepresidente del Parlamento europeo Mario Mauro vi erano ospitati 18 ragazzi slovacchi che erano stati raccolti da un Prete bolognese fondatore di Gioventù Studentesca il movimento che dopo le scelleratezze sovietiche  e il tacito consenso dei comunisti italiani, avrebbe cambiato il nome diventando Comunione e liberazione.

Il socialista Pietro Nenni, che sempre aveva affiancato il PCI chiamava in causa non solo lo stalinismo, ma il leninismo, il bolscevismo il partito unico. Nell'Aprile 1982 Enrico Berlinguer quello della questione morale, del comunismo dal volto umano? Non condivido le teorie fasciste però, rispetto a quelle comuniste, ho visto essere dal volto umano. Negli anni '60 lavoravo in Svizzera, con me vi erano spagnoli, governava Franco, portoghesi, governava Salazar, ungheresi e gente che era riuscita a fuggire dai paesi sotto il giogo sovietico. Notavo che spagnoli e portoghesi andavano e venivano dai loro paesi festeggiando le annuali festività civili e religiose. altrettanto non era concesso di fare a quelli dei paesi dell'Est. ripeto non condivido il fascismo, ma dovessi scegliere, "forzatamente" sarebbe da preferire al comunismo così rispondeva a Moravia: La "Base staliniana" fornita di una robusta coscienza anticapitalista. E' positivo che i nostri militanti, e i nostri simpatizzanti abbiano una simile coscienza, non bisogna lasciare che tale coscienza si disperda, che la coscienza anticapitalista vada portata ad una più elevata maturazione altrimenti non si arriverà mai a una avanzata vera del socialismo "senza la lotta rivoluzionaria".

Si rivede in questo uomo quello che nello spirito  dell'alto insegnamento di Papa Pio XII e di Padre Pio il comunismo essere “Una teoria satanica negatrice di Dio e della sua creatura prediletta, l'uomo quell'uomo che Padre Pio voleva riportare a Dio, eclatanti furono le conversioni di noti personaggi tra i quali Laura Betti detta la Pasionaria dell'Emilia, l'attivista comunista Costante Rastelli di Velletri, il comunista Francese Michel  Boyer eroe della resistenza francese, Beniamino Gigli, Gino Bechi, Francesco Messina, Guglielmo Sanguinetti,, Carlo Campanini, Macario, Tino Scotti, Mario Riva, Aldo Fabrizi, Franco  Scandurra, Pitigrilli”.

*Presidente  Associazione  C.A.S.I S. Catanzaro  

Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner
Banner