di † VINCENZO RIMEDIO*
È iniziato l’anno 2021 e arride la speranza che diventi migliore di quello precedente.
In sintonia con questa premessa risulta opportuna la considerazione sul “senso del nostro vivere”.
È una specificità dell’uomo essere mendicante di senso, e non aver pace se non conoscendosi e conoscendo la realtà che lo circonda. Alla maggior parte degli uomini accade questo.
L’altra specificità è questa: l’uomo nel creato ha una posizione di primato: con la sua mente trascende tutti gli altri viventi.
Bisogna ammettere che è un essere con limiti, è debole, ma “è una canna pensante” per concordare con Pascal. Anche i primi filosofi ricorrevano al termine “Nous”, l’intelletto che conosce, domina e ordina tutte le cose.
San Tommaso d’Aquino non è lontano da queste asserzioni: per lui “l’uomo è soprattutto la sua mente”. Questa è in grado di stabilire i principi-guida della vita, rilevarne i valori e quanto li contrasta.
In riferimento al tema “Il senso del nostre vivere” sono pertinenti i valori della sapienza, della libertà orientata dalla ragione e della concezione biblica dell’esodo.
La sapienza, luce dell’intelligenza, è necessaria per condurre una vita giusta, “dando a Dio quel che è di Dio e a Cesare quel che è di Cesare”. Su questa linea si è chiamati a coltivare il bene dell’anima e il bene del corpo, ed è un compito di promozione di se stessi verso il senso della vita.
La sapienza ovviamente non ammette quanto è in circolazione nella società: di nichilismo, di visione materialistica, edonistica, dell’immoralità, di tutto ciò che nega un senso all’esistenza, compreso il nuovo ateismo, negatore della trascendenza e quindi dell’esistenza di Dio.
Sulla libertà scrivevo in una mia pubblicazione: «la libertà è il respiro della vita, esclude ogni schiavitù interiore ed esteriore e crea la leggerezza esistenziale. Quanto deve starci a cuore la libertà “respiro della vita”!». È senz’altro costruttiva quando è orientata dalla ragione, a sua volta ispirata ai principi retti, etici, per la propria esistenza, ed è efficiente a livello sociale.
L’esodo è una categoria biblica che comporta uscire dal proprio “io” per inserirsi nel “noi” della famiglia, della società, della realtà religiosa offerta dalla Chiesa per il conseguimento della civiltà dell’amore. L’esodo in fondo è alterità, cioè comunione di fede col Signore e solidarietà cristiana con il prossimo.
Nello sfondo tracciato può realizzarsi il “senso della vita” in modo soddisfacente”
*Vescovo emerito
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