Con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 28 novembre 2022 della delibera CIPESS n. 41 del 2 agosto 2022 si apre una fase decisiva per la piena attuazione della Strategia Nazionale delle Aree Interne.
Le nuove modalità introdotte, a cominciare da quelle riguardanti il trasferimento delle risorse e di monitoraggio complessivo, i nuovi tempi previsti, i nuovi compiti attribuiti in un quadro di “ripensamento” complessivo proteso alla semplificazione ed alla velocizzazione delle procedure obbligano tutti i soggetti istituzionali impegnati ad un cambio di passo, ad una nuova ed impegnativa assunzione di responsabilità.
Esiste, infatti, una contraddizione profonda, in tutto il Paese, tra la “narrazione”, suggestiva e coinvolgente della Montagna d’Italia, delle aree interne alpine ed appenniniche, dei borghi e della qualità della vita, soprattutto, dopo il “passaggio” del Covid e che ha visto impegnati intellettuali, scrittori, saggisti, giornalisti, urbanisti, architetti e, non ultima, la Chiesa con la significativa e straordinaria mobilitazione dei Vescovi del Mezzogiorno sostenuta dalla C.E.I. e dallo stesso Papa Francesco, in una “corsa”, anche avvincente, che ha ben introdotto un “pensiero” inedito e di alto significato e gli strumenti operativi, mi riferisco alla Strategia Nazionale delle Aree Interne, che sovrintende, anche con il riconfermato e convinto sostegno, è bene ricordarlo, dell’Unione Europea, alla promozione e valorizzazione delle aree interne del Paese e che stenta a dispiegare appieno le enormi potenzialità proprie degli obiettivi ambiziosi e forti della stessa Strategia.
I dati di utilizzazione delle risorse non sono ancora confortanti (https://opencoesione.gov.it/it/strategie/AI/) e l’istituzione di nuove aree, che si sono aggiunte alle prime 72, non deve costituire un elemento di appesantimento rispetto alla diffusa esigenza di velocizzare la realizzazione degli interventi; le decisioni che, ad ogni livello istituzionale, dovranno essere assunte hanno il compito di corrispondere pienamente ad una insopprimibile esigenza di concretizzazione degli interventi previsti, soprattutto laddove i fondi sono, da tempo a disposizione, dei soggetti attuatori, in primo luogo dei Comuni interessati.
La Calabria è “dentro” lo scenario nazionale, con gli stessi limiti e con qualche aggiuntiva accentuata debolezza che vanno, con l’utilizzazione virtuosa dei contenuti della delibera CIPESS n. 41/2022, affrontati con forte determinazione e chiara volontà politica.
I due nuovi organismi di “governance” previsti dalla delibera CIPESS sono un banco di prova impegnativo per la nostra Regione ed è auspicabile che nell'individuazione delle responsabilità possa essere ulteriormente utilizzato, rafforzandone ruolo, il Nucleo Regionale di Valutazione e Verifica degli Investimenti Pubblici che ha già fornito, nel tempo, ottima prova a supporto delle politiche di valorizzazione e promozione delle aree interne e degli strumenti ad esse collegati.
Necessita, in questo quadro, dentro i nuovi organismi di “governance”, individuare modalità fortemente operative e criteri stringenti attraverso i quali scegliere, se necessario, le priorità degli interventi da realizzare sul territorio di ogni singola Area; i fondi, peraltro, già da molto, troppo tempo, a disposizione delle prime quattro Aree, circa 63 milioni di euro complessivi, non sono stati utilizzati ed è assolutamente irrinunciabile invertire subito la rotta dovendo anche tenere conto che le nuove tre Aree, da poco tempo individuate, beneficeranno di una quota di finanziamento nazionale pari a quattro milioni di euro ciascuna, già decisa in seno al Comitato Tecnico Aree Interne, con una aggiuntiva quota regionale “obbligatoria” (prevista proprio dalla stessa delibera n. 41/2022 CIPESS e che sarà quantificata dalla stessa Regione Calabria) almeno pari al contributo nazionale.
La nostra Regione, peraltro, a differenza delle altre, si è dotata, da tempo, di una “sua” Strategia Regionale delle Aree Interne (con la DGR n. 215/2018 aveva anch’essa una robusta dotazione finanziaria) che affianca positivamente quella Nazionale ed interpella la possibilità, che andrebbe colta, di un più deciso ed ampio intervento regionale sulle aree interne e sui Comuni ricompresi anche nella Strategia Regionale che sono stati individuati attraverso il sistema di classificazione del Dipartimento delle Politiche di Sviluppo.
La “nuova” sfida, dunque, è quella decisiva ed occorre misurarsi con le nuove responsabilità determinate dalle scelte, opportune e necessarie ed in piena consonanza con la “Governance” del P.N.R.R., della delibera n.41/2022 del CIPESS che vanno attuate con grande puntualità; nel Paese, ed in Calabria soprattutto, la spinta a far presto e bene, innanzitutto con una poderosa quanto indispensabile accelerazione della spesa, deve essere coralmente condivisa, superando campanilismi che ancora paralizzano crescita e riscatto, rafforzando alacremente quelle “procedure di cooperazione interistituzionale semplificate” che vanno vissute da quei soggetti istituzionali, a cominciare dalle Amministrazioni comunali e dalla Regione, che, meglio di altri, possono rappresentare quella “prossimità” che può e deve significare il superamento dello “svantaggio” delle aree interne.
Pasquale Mancuso
Già Vice Presidente Comunità Montana del Reventino- Tiriolo – Mancuso
e già Consigliere Nazionale UNCEM
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