La riflessione, Tassone: "Il 18 aprile del 1948 vinse la politica. Oggi in Italia la politica è in sofferenza"

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  18 aprile 2022 12:11

di MARIO TASSONE

Il 18 aprile del 1948 è una data da ricordare: si votò per il primo Parlamento della repubblica (il 2 giugno del 1946 si era votato per il referendum istituzionale e per l’Assemblea Costituente).

Il popolo italiano scelse,attraverso lo strepitoso successo elettorale della DC. di De Gasperi la democrazia e la collocazione internazionale fra i popoli liberi.  La sconfitta del Fronte Popolare fermò il disegno di collocare l’Italia sotto la influenza dell’URSS. 
Senza il 18 aprile del 1948 non avrebbe avuto senso celebrare il 25 aprile, perché quanto conquistato con la lotta della liberazione sarebbe stato sostanzialmente rimosso. 
 
Ma anche la scelta per la Repubblica nel referendum avrebbe perso di significato e così anche la Costituzione approvata dalla Assemblea Costituente.  Si sostiene che l’Italia grazie agli accordi di Yalta non sarebbe entrata nel blocco sovietico. 
Certo non avrebbe avuto il destino dei Paesi dell’est occupati nel conflitto dall’Armata Rossa,ma un governo di sinistra non si sarebbe opposto perché l’URSS esercitasse una “influenza “ sul nostro Paese. Non ci sarebbe stata la scelta occidentale e Atlantica, ma una qualche forma di adesione al Patto di Varsavia quando”infuocava” la guerra fredda.  Sarebbe stata una decisione scellerata.
Il segretario comunista Berlinguer avrebbe dichiarato che si sentiva più protetto dall’ombrello della NATO che dal patto di Varsavia. 
 
Ma il comunismo sotto altra forma continua.  Il disegno autoritario di Putin sta mettendo in pericolo equilibri di convivenza fra i popoli. 
La aggressione alla Ucraina con il corollario delle violenze inaudite è il volto di una dittatura disumana. Errori ci sono stati dovunque ma niente può giustificare le barbarie elevate a sistema. Il 18 aprile del 1948 vinse la politica.  Oggi in Italia la politica è in sofferenza.
Le conquiste democratiche sono continuamente erose da una classe dirigente non politica ma di risulta che ha messo in crisi le istituzioni democratiche.  Movimenti eversivi populisti e sovranisti continuano a far danni. 
 
Risuona nelle nostre orecchio il “grido” di Grillo e di Di Maio: ”onesta’ onesta’ “, che oggi ha il sapore acre di un insulto che non si può accettare.  Bisogna ritornare a quel lontano 18 aprile, a quel lascito di politica e di sviluppo civile di De Gasperi e di tanti altri. 
 
Bisogna ritrovare coraggio, orgoglio, dignità per ricomporre un patrimonio morale che è stato vergognosamente manomesso e dilapidato. Ritorniamo alla grande storia che solo uomini semplici e di fede possono scrivere. Certamente non gli impostori e gli imbonitori!
 

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