di MARIA TERESA TURETTA *
L'introduzione del green pass dal 1 settembre per i lavoratori della scuola segue a ruota l’intervento contro i lavoratori della sanità che dal 1^ aprile scorso sono stati posti davanti al ricatto “o ti vaccini o ti tolgo il salario”.
L’obbligo del green pass imposto ai lavoratori della scuola e dell’università è anche peggio, perché chi non potrà o non vorrà vaccinarsi dovrà acquistare a sue spese il tampone e farselo fare ogni due giorni per avere il lasciapassare verde per poter andare a lavorare, altrimenti resterà a casa senza stipendio.
E’ evidente chi siamo in presenza di una deriva autoritaria che, con la scusa della pandemia, colpisce la classe lavoratrice e le masse popolari, senza peraltro risolvere i problemi reali del contagio. Il green pass è uno strumento di controllo sociale e i dipendenti pubblici sono le vittime sacrificali del Governo Draghi.
Un Governo che colpisce i lavoratori pubblici, molti dei quali sono già stati contagiati nei luoghi di lavoro, per nascondere la gestione schizofrenica della pandemia, quando invece sarebbe stato necessario fin da subito investire nella sanità pubblica, con la riapertura delle strutture sanitarie territoriali e di prossimità, l’assunzione massiccia di medici e operatori sanitari, l’abolizione delle classi pollaio nelle scuole con adeguata assunzione di personale docente e Ata, investimenti sui trasporti pubblici locali per evitare il sovraffollamento che è la prima causa di contagio tra gli studenti e i lavoratori. Il Governo Draghi va contrastato nelle piazze organizzando i lavoratori del pubblico impiego unitamente ai lavoratori delle fabbriche e del lavoro privato: nessuno deve rimanere senza stipendio, nessuno deve perdere il posto di lavoro per la mancanza di green pass!
*segreteria nazionale sindacato CUB Pubblico Impiego
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