di GABRIELE RUBINO
Nervi a fior di pelle, urla e pure qualche insulto. Un nutrito gruppo di commercianti del centro storico di Catanzaro non è andato troppo per il sottile: Consiglio comunale invaso, sospensione e riunione parallela di quasi un’ora con il sindaco Sergio Abramo, e vari esponenti politici comunali, per manifestare tutta la rabbia per le recenti novità della mobilità urbana. L’inversione di marcia, le fioriere che restringono la carreggiata e soprattutto gli odiatissimi paletti sono diventanti oggetto di una giornata all’insegna dello sfogo urbano per gli esercenti ancora morsi della crisi economica, costretti in un centro storico tuttora lontano dall’essere pimpante. La protesta prima spontanea, con l’ostensione degli striscioni di riprovazione e poi delle banconote appese simbolicamente ai paletti nella zona di Piazza Roma, successivamente, in particolare negli ultimi giorni, era stata coltivata in maniera sotterranea da alcuni consiglieri di opposizione che hanno veicolato l’exploit della giornata di oggi; proprio quando si riuniva il Consiglio. Una sorta di agguato.
Non può dirsi comunque una rivolta soltanto perché alla fine, dopo faccia a faccia da mercato rionale, i bollenti spiriti si sono tradotti nella richiesta formale di revocare l’ordinanza che ha portato all’installazione dei dissuasori anti-parcheggi selvaggi e una riunione, che si terrà già domani, con il primo cittadino. Non succederà granché. Il cambio di marcia di Corso Mazzini, la principale via del centro cittadino, era connesso proprio all’appalto del nuovo arredo urbano. Indietro, fanno capire dal Comune, non si torna. Il sindaco Sergio Abramo ha spiegato, nel clima rovente di Palazzo di Vetro, che in alcune zone la perimetrazione dei marciapiedi con i paletti è stata imposta dalla Soprintendenza per questioni di sicurezza. Difficile far ragionare su questo punto i commercianti da anni e anni abituati alla “comoda” sosta di fronte l’ingresso degli esercizi o in parallelo con le vetrine: «i paletti non li vogliamo», continuavano a sbottare. Qualcuno ha fatto notare la disparità di trattamento fra il centro storico, ricoperto di strisce blu e ora “militarizzato” dai dissuasori, rispetto allo scoppiettante quartiere di Lido, che tutti questi ornamenti non li ha mai avuti. Un ragionamento che in verità non ha lasciato insensibili nemmeno alcuni consiglieri della maggioranza. Anche questi resteranno solo pensieri in libertà. Molto più realistica invece l’affermazione delle delegazione autonoma dei commercianti che ha detto di non sentirsi rappresentata «da nessuna associazione di categoria», frenando in questo modo l’argomentazione del sindaco che aveva fatto notare il preventivo assenso all’inversione ottenuto dai rappresentati “formali” degli esercenti e delle imprese. Resta il fatto che fra ritardi, ripensamenti, varianti e scarsa comunicazione il cambio di marcia nel centro da ordine che doveva portare finora ha prodotto parecchia confusione.
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