di CLAUDIA FISCILETTI
La comicità che mancava, quella che in giro non si vedeva da un bel po' di tempo. "La rottamazione di un italiano per bene", andato in scena ieri al Teatro Comunale di Catanzaro, è questo e tanto altro. Carlo Buccirosso, autore, regista e attore protagonista, oltre che capocomico, ha dato vita ad uno spettacolo curato nei minimi dettagli, una commedia in due atti che è come un pendolo che oscilla tra la crisi di nervi dell'essere umano e la crisi economica che divampa nel bel Paese, colpendo i contribuenti onesti.
La stagione teatrale di AMA Calabria, ideata e diretta da Francescantonio Pollice, ha inserito nel cartellone una commedia che sembra intrisa di quella comicità partenopea, un po' amara e un po' realista, di Eduardo De Filippo, con il protagonista di Buccirosso che incarna l'uomo medio, onesto, investito dalle disgrazie della vita e le affronta dimenandosi tra le situazioni familiari tragicomiche e quelle terribili cartelle esattoriali che gli arrivano in continuazione, mettendo in dubbio il destino del ristorante di famiglia.
Quella di Buccirosso non è una comicità fine a sè stessa. Lo scopo ultimo non è solo quello di provocare una sguaiata risata, ma anche quello di far riflettere attraverso battute dette con un tempo comico perfetto e che talvolta attingono al mondo pop. C'è un siparietto su un sacerdote e i social, oltre che al brevissimo scambio di battute tra il protagonista e uno dei figli "Tu sei fuori di testa", "Ma diverso da loro", riprendendo "Zitti e buoni" dei Maneskin.
C'è un'aspra critica verso l'Agenzia delle entrate e quella cattiva abitudine di mettere sullo stesso piano gli evasori e i contribuenti in difficoltà, ma onesti. Viene rappresentata quella deriva che prende una famiglia per bene quando viene soffocata dalle tasse, quando i problemi economici iniziano a diventare più importanti degli affetti. Lo si capisce dalle azioni e reazioni di Alberto Pisapia, il protagonista, tacciato di essere diventato pazzo, depresso, di voler uccidere sua suocera che lavora proprio all'Agenzia delle entrate, a causa delle troppe tasse e cartelle esattoriali, quando per tutto il tempo viene tacitamente ossessionato dalla domanda: "Se non avrò più i beni materiali, la mia famiglia continuerà a stare al mio fianco? Cosa posso fare per liberarli da questi debiti?".
E alla fine la commedia darà una risposta a questa domanda, sempre con quel retrogusto di amarezza tipico della commedia all'italiana. Il tutto si svolge con una scenografia sullo sfondo curata nei minimi dettagli, nel primo atto c'è la casa dei Pisapìa, nel secondo viene raffigurato il ristorante di famiglia "Il picchio rosso", teatro delle risate del pubblico e degli apprezzamenti per la bravura dell'intera compagnia che sul palco ha mostrato un affiatamento genuino e professionale.
Il prossimo spettacolo di AMA Calabria sarà il 7 aprile al Teatro Comunale di Catanzaro, con "Penelope" dell'attrice reggina Teresa Timpano.
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