di GABRIELE RUBINO
La partita sembrava chiusa. Il recentissimo Piano delle Assunzioni del Pugliese (LEGGI QUI) aveva scritto il capitolo finale della saga dei precari. Un contingente di 209 fra medici, infermieri, Oss e tecnici con contratti a tempo determinato che dalla fine di aprile sono posti davanti a due strade: o la stabilizzazione se in possesso dei requisiti per la conversione a tempo indeterminato o andare a casa. Il punto è quali requisiti. In questo momento per la sanità vale la norma contenuta nell'ultima finanziaria che estende i requisiti della Madia, ad aver cumulato 36 mesi fino al 31 dicembre 2019. Con questo criterio dei 190 tempi indeterminati previsti nella delibera del Piano Assunzioni, sono circa una sessantina i precari che resterebbero fra le corsie del Pugliese. Fra gli altri 34 infermieri, 3 medici e 2 ostetriche.
L'ospedale però ha bandito nelle settimane scorse una manifestazione d'interesse rivolta anche al personale che ha maturato i 36 mesi a fine dicembre 2020. Questo in virtù di una norma contenuta nell'ultimo Milleproroghe. Tuttavia l'applicabilità alla sanità della misura è dubbia.Tanto che l'ospedale ha inviato un richiesta di parere alla Funzione Pubblica. La risposta, su pressione del commissario Zuccatelli, dovrebbe arrivare entro giovedì. La differenza è sostanziale perché se arrivasse l'ok dalla Funzione Pubblica allora le persone da stabilizzare sarebbero molte di più. Dalla sessantina (con i requisiti della finanziaria) si salirebbe circa al doppio (con i requisiti del Millerproroghe). Ad esempio, rientrano altri 32 infermieri, altre 2 ostetriche e una decina di medici. Sugli oss ancora i numeri non sono chiarissimi.
Tra ieri e stamattina è cominciata quindi l'ennesima puntata della guerra fra poveri: fra precari e idonei delle graduatorie. Questi ultimi hanno tutto l'interesse affinché, la seconda ondata quella da stabilizzare con la misura del Milleproroghe venga bocciata dalla Funzione Pubblica lasciando più posti a tempo indeterminato liberi. Con ogni probabilità, questo ritardo farà slittare la procedura dei nuovi contratti che doveva chiudersi nei primi di giorni di maggio. Non si esclude una proroga di una decina di giorni per dirimere la questione giuridica, ma che vale il posto di lavoro per decine di operatori.
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