La Salteg è fuori dal porto di Badolato: non è più concessionaria dell'area portuale . Dopo oltre venti anni dalla stipula del contratto di concessione demaniale per la realizzazione del porto “Bocche di Gallipari”, il Comune di Badolato ha dichiarato la decadenza della concessione per inadempienza da parte della società modenese.
Il provvedimento è stato emesso dopo diverse proroghe accordate ai soci della Salteg per mettersi in regola con i pagamenti dovuti sia all'ente che allo Stato e per completare i lavori, in particolare per la messa in sicurezza dell'imbocco della darsena, come disposto da due ordinanze, sia del Comune che della Capitaneria di Porto.
"Una vicenda complessa quella del porto di Badolato (CZ), che oggi con la decadenza della concessione demaniale vede scritta un’altra pagina - scrive il senatore del M5S, Nicola Morra, presidente della Commissione parlamentare antimafia- Complessa proprio perché questo porto è stato al centro di importanti inchieste giudiziarie contro la 'ndrangheta, concluse con pesanti condanne, sia in primo che in secondo grado. In particolare, l’operazione “Itaca Free Boat”, eseguita nel 2014, da cui scaturì lo scioglimento del consiglio comunale di Badolato, guidato all’epoca dal sindaco Giuseppe Nicola Parretta. Tale inchiesta ha documentato gli appetiti criminali della cosca Gallace-Gallelli interessata al controllo della darsena badolatese. Quando quasi un anno fa il comune di Badolato ha avviato la decadenza della concessione, la società Salteg di Modena, per il tramite dei suoi legali, spiegò che il mancato completamento dei lavori (che le veniva contestato proprio dal Comune di Badolato) era dipeso dall’impoverimento degli incassi aziendali causato dalle pesanti pressioni criminali subite".
"Ora però - spiega Morra - con la decadenza della concessione alla società modenese, l’area portuale torna nella pubblica disponibilità e già nell’ultimo consiglio comunale del mese scorso, il sindaco in carica Gerardo Mannello ha dichiarato l’intenzione di affidarla al comune di Badolato, oltre che la volontà di accedere ai fondi messi a disposizione dalla regione. Fin qui tutto regolare, se non fosse che il sindaco Mannello, a poche ore dalla sua elezione del 2016, è stato accusato di estorsione aggravata dal metodo mafioso in concorso con il presunto boss Gallelli".
"Al centro dell’inchiesta - ricorda il senatore Morra - vi sarebbero i lavori per la realizzazione proprio del porto turistico di Badolato e le presunte richieste estorsive rivolte dal clan locale alla Salteg. Per gli inquirenti il sindaco, il boss ed altri indagati avrebbero costretto la Salteg ad “affidare i lavori di sub-appalto alle ditte riconducibili al boss Gallelli” ed ad acquistare materiale e forniture a “prezzi maggiorati”. Alla società sarebbe stata imposta anche l’assunzione di un guardiano “prospettando azioni ritorsive sul cantiere ove tale assunzione non fosse avvenuta ”indicandola come costumanza locale”.
"Proprio Mannello, già sindaco in passato di Badolato, avrebbe indicato la persona giusta e cioè un parente del boss Gallelli e “persona a lui gradita”. Ad oggi il processo del sindaco Mannello è tutt’ora in corso, ed in attesa di sentenza il porto verrà dato in gestione a chi deve rispondere di accuse gravissime proprio in merito a pressioni criminali subite da chi prima l'ha gestito. Ah, povera Italia, povera Calabria" conclude Morra.
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