All’USR Calabria oggi il primo incontro del Tavolo regionale permanente per gli Esami di Stato che svolge una funzione di raccordo con il Tavolo permanente nazionale e le istituzioni scolastiche
05 giugno 2020 22:51di GIOVANNA BERGANTIN
Abbiamo preso visione dei dati e dei documenti che il Ministero dell’Istruzione ha trasmesso a tutte le Istituzioni scolastiche per effettuare il rientro a scuola in sicurezza. In periodo emergenziale post-pandemico siamo partiti dalle indicazioni del documento tecnico per l’esame di maturità siglato con le Organizzazioni Sindacali e dalla Convenzione con la Croce Rossa Italiana che sarà di supporto alle Scuole per il periodo degli Esami. Abbiamo, poi, preso in esame il Documento Tecnico Scientifico del Comitato Bianchi e la nota 1033 sugli interventi e finanziamenti da poter/dover effettuare per la riapertura delle Scuole a settembre. Ci siamo chiesti: come sarà in Calabria il rientro in classe per i nostri piccoli e per i nostri giovani studenti? Abbiamo raccolto al riguardo le testimonianze di Dirigenti che ci hanno fatto capire in che modo risponde il sistema strutturale e organizzativo calabrese. In merito abbiamo anche ascoltato Maria Daniela Mauceri, Coordinatrice regionale del Sindacato ANIEF.
“Ieri pomeriggio, giovedì 4 giugno, ANIEF è stato convocato insieme a Protezione Civile, Upi e Anci per un incontro con il presidente del Consiglio, a Palazzo Chigi, sulla ripresa delle attività scolastiche a settembre. La riunione è stata deludente: a settembre tutti a scuola in presenza, no allo sdoppiamento delle classi, no a rimedi contro classi pollaio. Insomma, tutto come prima.Se ci sarà aumento dei contagi e di morti si tornerà al lockdown e alla didattica a distanza. La ripresa avverrà in condizioni che garantiscano la piena sicurezza di tutte le persone a qualsiasi titolo presenti nelle nostre 8 mila scuole”.
Descrive la posizione del sindacato la rappresentante Anief in Calabria: “Serve evitare che la didattica a distanza possa essere praticata anche per il nuovo anno scolastico; sdoppiare le classi, con il limite di 15 allievi per classe (gli edifici ci sono, in questi anni di tagli sono stati dismessi 15 mila edifici scolastici); cercare di fluidificare i transiti e le capienze dei locali; rendere idonei e antisismici i 38.000 plessi scolastici in uso e ripristinare i 15.000 dismessi; non modificare gli orari consueti di ingresso e uscita: gli orari scaglionati modificherebbero l’organizzazione del lavoro, il numero del personale e la gestione delle routine familiari; incrementare gli organici di 200 mila lavoratori, tra docenti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici (per fronteggiare lo sdoppiamento delle classi, per rafforzare pulizia, controlli e segreterie); assunzioni in ruolo da attuare direttamente da graduatorie d’istituto trasformate in provinciali (escludendo l’organico maggiorato, al momento si prevede già la copertura di 200-250 mila cattedre con supplenze). Se pensiamo che nel 2015 il governo quantificò inizialmente 150 mila immissioni in ruolo da attuare per risolvere il problema della “supplentite”, ci rendiamo conto che non si tratta affatto di una cifra spropositata perché la scuola oggi ha un numero ben più alto di cattedre scoperte, quasi doppio rispetto a cinque anni fa, oltre a dover gestire l’emergenza sanitaria. Lo stanziamento di almeno 12 miliardi di euro del recovery fund (contro lo stanziamento di appena un miliardo e mezzo, secondo il Decreto Rilancio), tanti quanti sottratti alla scuola negli ultimi dieci anni in tema di organici (-150 mila posti Ata e docenti; -4000 Dirigenti scolastici), classi pollaio (in media con più di 20 alunni contro le norme sul distanziamento sociale), precariato (+100 mila contratti termine negli ultimi cinque anni). Bisogna pensare soprattutto di escludere una continuazione della didattica a distanza per gli alunni fino a 14-15 anni (educazione alla socialità e altre finalità dei primi ordini scolastici verrebbero meno; inoltre verrebbe compromesso il ritorno al lavoro ordinario delle tante famiglie nelle quali entrambi i genitori sono impegnanti diverse ore al giorno fuori casa).
L’Anief ritiene si debba “Introdurre la figura del RLST (rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale, di cui all'art. 47 c. 3 D.Lgs. n. 81/2008); la fornitura da parte degli enti locali o dello Stato dei DPI, del medico competente e del personale per la misurazione della temperatura, e l’igienizzazione o sanificazione corretta degli edifici”. Inoltre, si chiedono “Chiare indicazioni alle scuole che tengano conto dell’autonomia, ma sollevino da ogni responsabilità gli stessi Capi d’istituto”.
ESAMI DI STATO.
Per gli Esami di Stato, Anief è firmataria con altre Sigle del Protocollo d’intesa del 19 maggio 2020 e partecipa al Tavolo nazionale permanente, di conseguenza a quello attivato presso ogni USR.
“Solo garanzie totali sulle condizioni di sicurezza possono far accettare che gli esami non vengano svolti telematicamente.- afferma Mauceri – Serve cercare di fluidificare transiti e capienze dei locali. Bisogna vigilare tramite le proprie delegazioni valide a livello di singola scuola, RSU, TAS, dirigenti sindacali provinciali perché vengano attivate, da parte dei DS, a livello di ogni istituzione scolastica, le dovute relazioni sindacali previste dall'art. 22 del CCNL del comparto “Istruzione e Ricerca” vigente per definire, entro sette giorni, un’intesa sulle seguenti materie: fornitura dei dispositivi di sicurezza; igienizzazione e utilizzazione degli spazi; formazione del personale; intensificazione ed eventuale lavoro straordinario.
LA SITUAZIONE IN CALABRIA
Ieri c’è stato all’USR Calabria il primo incontro del Tavolo regionale permanente per gli Esami di Stato che svolge una funzione di raccordo con il Tavolo permanente nazionale e le istituzioni scolastiche.
“Il Tavolo regionale rafforza e specifica (sulle esigenze del territorio) quanto stabilito dal Protocollo d’Intesa Nazionale. L’obiettivo è pienamente condiviso da tutti i componenti del Tavolo, si rema in un’unica direzione.- dichiara la Mauceri - Sono stati richiamati all’attenzione tutti gli aspetti, la casistica, le variabili possibili, in un’ottica di prevenzione, per arrivare al giorno di inizio degli esami con una pianificazione certa, una consapevolezza delle azioni precisa che non lasci né zone d’ombra, né sovrapposizioni di compiti, né margini di interpretazione. Le Parole d’ordine del Tavolo sono complessità e rispetto: il compito viene affrontato con la comprensione che la complessità fa da contesto in cui muoversi, mentre il rispetto per tutte le persone (studenti, famiglie, lavoratori) coinvolte è un punto fermo. Tutti i componenti hanno lavorato in modo concorde per soluzioni concrete perché sia garantita la sicurezza del personale e il regolare svolgimento delle operazioni, così come da indicazioni del Protocollo d’intesa sottoscritto. Vengono predisposti canali dedicati alla comunicazione immediata di sopravvenute criticità. Si ricorda la tutela e corrispettive modalità di partecipazione/non partecipazione diversificate e adeguate ai tipi di fragilità coinvolti (studenti, docenti, ATA). Piena sinergia con la Croce Rossa, piena soddisfazione in questo connubio scuola&CRI".
"Occorre in particolare ricordare - conclude la coordinatrice ANIEF - il contributo della Croce Rossa in due direzioni: la prima, per la formazione del personale, anche in modalità on-line, sull’uso dei DPI e sui contenuti del Documento approvato dal CTS; il primo appuntamento al riguardo si è già svolto il 3 giugno. La seconda prevede, su chiamata dei Dirigenti Scolastici, la presenza fisica del personale della Croce Rossa, anche al fine di vigilare su eventuali sintomatologie COVID-19 che si dovessero manifestare nella sede d’esame, secondo quanto previsto dalla Convenzione MI-CRI e dai piani d’intervento regionali”.
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