di Antonella Scalzi
Diciotto soci, una missione: favorire l’inclusione in un territorio, Sersale e la Presila Catanzarese, dove il disagio c’è e si vede. Questo l’input dal quale, un mese e mezzo fa, è nata l’idea di una cooperativa sociale che si occupi di ricerca, ambiente, giovani e agricoltura.“Raga” è l’acronimo di una squadra giovane che sogna un mondo senza plastica per difendere dall’inquinamento riserve paesaggistiche e naturalistiche di ineguagliabile bellezza. Una su tutte le Valli Cupe ovvero un incanto, fino a pochi anni fa inaccessibile, che ha reso Sersale famosa in tutto il mondo.
Bellezza da esaltare e disagio da scacciare: ecco l’obiettivo della squadra guidata dal presidente Antonio Spadafora. E così lo stop alla plastica a Sersale passa per le cannucce realizzate utilizzando una pianta locale e tipica della macchia mediterranea. Il nome è top secret. Tra il serio e il divertito il presidente lancia la sfida: «Basta prendere la cannuccia, metterla sul vetrino e analizzarla». Basta giocare al piccolo chimico, insomma. A Sersale, però, preferiscono concentrarsi sul risultato sapendo che quando, nel 2021, le cannucce di plastica saranno davvero messe al bando l’intera Presila non dovrà prepararsi a nessun salto nel vuoto. Le cannucce che non inquinano sono disponibili sin d’ora e la macchina delle trattative per il loro debutto nei bar e nelle aziende è già partita.
E poi le magliette tinte con colori naturali. Tra le stanze ancora da completare della sede di una cooperativa proiettata al futuro c’è anche questo insieme a un fermento che si tocca con mano. Altre idee sono in cantiere, ma questa per i vulcanici ragazzi di “Raga” è la fase dell’entusiasmo alimentato dalla curiosità che è sorta attorno a loro. In attesa che arrivi anche l’agognato ritorno economico, lavorano restando con i piedi per terra, ma sapendo che la passione per la natura e per l’ambiente può movere il mondo esattamente come loro hanno mosso un paese intero.
Alla presentazione ufficiale della cooperativa non è voluto mancare proprio nessuno. Il loro essere controcorrente, la loro scelta di richiamare nel nome il monte Raga, uno dei tre corpi principali della riserva naturale Valli Cupe. ha attratto davvero tanta gente. La cooperazione per loro è ancora un mondo tutto da scoprire, ma lo scopo che li ha spinti a muovere i loro primi passi è chiarissimo: «Favorire l’integrazione, nella vita della comunità, di tante persone che, trovandosi in condizioni di svantaggio fisico, psichico, economico, sociale o di altra natura, soffrono il disagio di un quotidiano isolamento e sono a rischio di emarginazione».
Missione difficile, ma non impossibile per chi, come loro, crede nella conservazione della biodiversità, nell’educazione ambientale e nel turismo responsabile. La sfida è ardua, ma in fondo semplice: cambiare mettendo alla porta indolenze, pigrizie e rassegnazione.
Una voglia di mettersi in gioco, la loro, che ha già conquistato l’assessore regionale al Welfare e al Lavoro Angela Robbe, D’altronde, i ragazzi della cooperativa “Raga” non amano perdersi in chiacchiere e in sei settimane d’attività si sono già rimboccati le maniche per costruire un futuro migliore tra idee di inclusione, cannucce biodegradabili e magliette colorate. E i risultati sono già arrivati. Sì, perché la cooperativa ha ottenuto le prime concessioni regionali che gli consentiranno di gestire l’orto botanico e i musei di etnofauna ed etnobotanica nonché quello del ciclo carolingio e del monachesimo.
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