La soddisfazione del dottor Raiola per la conclusione del Joint Meeting Special Edition (VIDEO)

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Giuseppe Raiola

Raiola sottolinea che è stato "vissuto questo evento scientifico in un momento eccezionale per mezzo di modalità non convenzionali, ma abbiamo voluto realizzarlo con determinazione, con caparbietà per...sentirci vicini, meno tristi, meno soli"

  01 gennaio 2021 12:54

"La pandemia da COVID-19 ha sconvolto il mondo intero, cogliendo di sorpresa l’organizzazione sanitaria, la ricerca, la politica, l’economia, la comunicazione, la scuola, lo sport e i semplici cittadini. I sistemi sanitari si sono trovati impreparati a gestire un numero elevato e concentrato di pazienti che, oltre a richiedere il ricovero ospedaliero, spesso necessitano di cure in reparti di terapia intensiva; ci siamo fatti cogliere impreparati, incapaci di contrastare rapidamente e tempestivamente questo fenomeno". Così in una nota stampa di Giuseppe Raiola, Presidente Joint Meeting.

"La resilienza - prosegue - da sempre caratterizza l’essere umano, Friedrich Nietzsche affermò che “Ciò che non ti uccide ti rende più forte”. Nella sua storia l’uomo ha saputo rispondere alle crisi, alle epidemie, realizzando farmaci e vaccini, anche se questi non sono mai giunti in corso di epidemia ma quando già tutto era sotto controllo. (oggi, forse, sembra essere diverso). I governi hanno imparato (avrebbero dovuto imparare) alcune lezioni importantissime come: La necessita d’investimenti proattivi nelle infrastrutture sanitarie pubbliche e la capacità di avere sistemi capaci di rispondere efficacemente ad altre possibili future pandemie;  L’implementazione della sorveglianza internazionale, la cooperazione, la coordinazione e la comunicazione (trasmissioni dati, esperienze, etc) Se tutto ciò, da ora in poi sarà fatto, probabilmente non saremo più colti impreparati da probabili eventi futuri".

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"Cosa resterà del COVID-19? - si legge ancora sulla nota del dottor Raiola - Le immagini delle nostre città deserte, di quelle innumerevoli bare che in assoluta solitudine conducevano un’intera generazione verso l’ultimo viaggio ma, anche per molti di noi, il non essere riusciti a dare un estremo saluto a quei nostri cari che ci hanno lasciato nel corso del lock down; ed ancora le immagini delle mascherine sui nostri visi che hanno privato i nostri bimbi e tutti noi dei sorrisi, gli abbracci, le carezze negate e quei baci non dati; e…..tanto, tanto altro che caratterizzerà questo nostro indimenticabile anno di vita perduta".

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"Da febbraio viviamo in uno stato di ansia e di insicurezza costanti. I nostri contatti sociali - evidenzia Raiola - sono stati quasi azzerati e l’alcol si è rivelato come uno degli psicofarmaci più accessibili soprattutto per i giovani. Un altro problema è rappresentato dal fatto che con il trascorrere dei mesi, l’emergenza sanitaria si è trasformata in un’emergenza sociale, con la perdita del lavoro di milioni di persone: la pandemia si sta drammaticamente rivelando un acceleratore delle diseguaglianze. Secondo Save the Children entro la fine dell’anno 1 milione di minori in più potrebbe scivolare nella povertà assoluta, il doppio rispetto a quelli del 2019. Ad esempio la chiusura delle scuole ha fatto emergere nuove criticità, specie nelle classi sociali più disagiate; molti sono stati gli studenti esclusi da video-lezioni per la mancanza di computer, di connessioni e per la condivisione dello stesso dispositivo fra più fratelli o familiari".

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"Ma, il COVID-19 ha avuto una grande capacità, la capacità di risvegliare il senso di comunità delle nostre coscienze, le coscienze di una civiltà che inesorabilmente si stava avviando al tramonto, una società in cui abbiamo coltivato la nostra artificiale solitudine. Quindi, abbiamo vissuto questo nostro evento scientifico in un momento eccezionale per mezzo di modalità non convenzionali; ma abbiamo voluto realizzarlo con determinazione, con caparbietà per...sentirci vicini, meno tristi, meno soli,- conclude - con la certezza che riusciremo a ripartire nel percorso di speranza, ma con la consapevolezza che tutto ciò si avvererà, solo se avremo il coraggio di crederci. Arrivederci nella nostra Catanzaro".

 

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