La stabile precarietà al Comune di Catanzaro e quei nuovi equilibri all'orizzonte

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Palazzo De Nobili
  16 gennaio 2021 19:38

di GABRIELE RUBINO

Gli equilibri mobili nella maggioranza al Comune di Catanzaro trovano sempre nuove traiettorie. Se per il governo Conte II si è aperta una crisi di cui ancora non si conosce lo sbocco, a Palazzo De Nobili da mesi si vive la stagione della stabile precarietà con un centrodestra continuamente scosso da fibrillazioni.

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Nell’ultima seduta del Consiglio, grazie al voto segreto sul presidente del collegio dei revisori, si è cristallizzata la coesistenza di tre blocchi nella maggioranza. Non una novità assoluta nella geografia comunale. Ai nastri di partenza della consiliatura erano sempre tre: Forza Italia e liste collegate, il gruppo di Catanzaro da vivere e quello del sindaco Abramo. Nel mezzo ci sono stati cambi di casacca e turbolenze giudiziarie che quella originaria geografia hanno ridisegnato. Al momento, ci sono: Forza Italia e liste collegate, il gruppo di Catanzaro da vivere con qualche frammento del gruppo del sindaco Abramo, che ‘numericamente’ adesso è guidato da Filippo Mancuso che è a tutti gli effetti un altro blocco del centrodestra. Il consigliere regionale ha ‘attratto’ anche alcuni componenti del gruppo misto e per la votazione del suo ‘prescelto’ come presidente del collegio dei revisori anche i due dell’Udc: Giovanni Merante e Antonio Triffiletti. Bastava vedere chi era rimasto in aula prima del rinvio della seduta per farsi due conti. 

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Se non fosse che proprio oggi, il coordinatore provinciale scudocrociato ha diramato un’inattesa nota congiunta con Ivan Cardamone di Forza Italia. Inattesa perché i due sono stati protagonisti un paio di anni fa di uno dei duelli più infiammati della consiliatura. Merante era nel gruppo di Forza Italia e, assieme a Triffiletti, fu accusato di “tradimento” sul voto delle Provinciali di fine 2018. Il duello non fu solo politico ma sfiorò in alcuni momenti anche l’astio personale. Tanto che il coordinatore cittadino degli azzurri paragonò il passaggio del duo al misto (era aprile 2019) come un viaggio verso "il purgatorio dantesco" con funzione di "espiazione". Dopo è successo di tutto. In particolare, Merante, nella prima parte del 2020, rimase fra i più scontenti (nei confronti del sindaco Abramo) per il mancato rimpasto di maggioranza e giunta (senza Forza Italia) quando si aprì la crisi successiva all'inchiesta Gettonopoli. In questo momento, Merante batte cassa: l'Udc è un partito del centrodestra e deve avere un assessore nella Giunta del capoluogo. E' il ragionamento di partenza. Sarebbe stato individuato anche 'l'agnello sacrificale': Domenico Cavallaro. Le trattative con il sindaco non sono mai sbocciate e così si è aperta la fessura dell'accordo Fi-Udc, suggellato con la riunione di ieri fra Cardamone e Merante. A questo punto, le due forze potrebbero chiedere una 'verifica' politica sul prosieguo della consiliatura. Se a loro dovesse aggiungersi anche la componente guidata da Filippo Mancuso, allora i numeri sarebbero piuttosto rilevanti: circa una quindicina di consiglieri. Ma proprio nelle ultime ore si sta compulsando un nuovo canale di dialogo fra quest'ultimo e l'altro blocco (Catanzaro da Vivere e i due colleghi di gruppo di Mancuso con cui ci sono ruggini: Giuseppe Pisano e Fabio Talarico) per trovare una quadra sul nome del presidente del collegio dei revisori. Magari spunterà un profilo ancora non sondato nella votazione senza esito di lunedì scorso. Che questo sia un riavvicinamento a tutto tondo però ce ne passa parecchio.   

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Forza Italia ha tutto sommato retto bene la prova del voto segreto (sarebbe scappato un voto casalingo, anche se è stato compensato da un aiuto esterno). Adesso sembra arrivato il momento di cercare 'alleanze' interne per modificare i rapporti di forza nella maggioranza del centrodestra. Qualche giorno fa, c'è stata una riunione del gruppo comunale con Domenico Tallini, tuttavia più incentrata su quanto accaduto all'ex presidente del Consiglio regionale che sulle beghe di Palazzo De Nobili. Di certo, il 'risentimento' verso il sindaco Abramo rimane e anche verso chi avrebbe tentato approfittarne dei domiciliari (poi revocati dal Riesame, in relazione all'operazione Farmabusiness) per prendere il suo posto di rilievo in Forza Italia. Circostanza che renderà non facilissima la convivenza al Comune. Insomma, gli ingredienti per nuove ricette stanno già girando nel calderone della politica catanzarese. 

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