di CLAUDIA FISCILETTI
Erano cinque ragazzi, cinque anarchici, poco più che ventenni, impegnati a scoprire quelle verità celate della Calabria a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta. A descriverlo così, il libro di Fabio Cuzzola 'Cinque Anarchici', sembra un romanzo. I fatti narrati nel volume, però, sono realmente accaduti. "Mi sono reso conto che nessuno parlava di questi ragazzi, o non ne parlava più", afferma l'autore durante la presentazione del libro, tenutasi questo pomeriggio presso il Kiosko di Giovino.
L'incontro, organizzato dall'ANPI di Catanzaro in collaborazione con la libreria Ubik, è il sesto ed ultimo della rassegna 'ANPI d'estate'. Questo pomeriggio, ad introdurre la presentazione, il libraio Nunzio Belcaro: "Questa storia è da portare nel cuore". E' poi il Presidente dell'ANPI Catanzaro, Mario Vallone, a coordinare l'incontro che specifica: "Quando leggete questo libro fatevi accompagnare da uno storico che riesca a spiegare come ha fatto a resistere questo Paese dinanzi ai fatti storici descritti dal libro".
E' una storia importante, quella dei cinque anarchici, in cui s'intrecciano i fatti storici che hanno caratterizzato un'epoca. Durante la presentazione la rivolta di Reggio Calabria, la strage di Gioia Tauro e la strage di Piazza Fontana, sono ricorrenti, considerati eventi nevralgici e di snodo fondamentale per la storia dei cinque ragazzi, Gianni Aricò, la fidanzata Annalise Borth, Angelo Casile, Franco Scordo e Luigi Lo Celso, le cui vite sono state spezzate il 26 settembre del 1970 in un incidente stradale.
Ad intervenire, poi, un testimone d'eccezione di quel periodo, l'ex parlamentare e già sindaco di Rosarno, Giuseppe Lavorato: "Questo libro rappresenta la storia bella, per l'impegno politico dei giovani anarchici, ma anche drammatica per la fine a cui andarono incontro". Inevitabile un racconto di Lavorato riguardo la rivolta di Reggio Calabria, a cui ha assistito con i suoi occhi, spiegando come un evento del genere abbia messo in risalto le differenze tra i reggini che parteciparono alla rivolta convinti della loro protesta per migliorare la loro condizione sociale e quelli che Lavorato ha definito "i soggetti economici" coloro che erano a capo della rivolta.
Presente all'incontro anche il giornalista Filippo Veltri che legge una lettera del fratello Paolo. Lui, infatti, ha conosciuto personalmente uno dei cinque anarchici, l'unico cosentino, Luigi Lo Celso. "E' un libro che ho letto 20 anni fa e che ricordo in maniera particolare", ha affermato Veltri.
Dopo gli intermezzi musicali di Danilo Gatto, è stato poi Fabio Cuzzola a prendere la parola, l'autore, che rivela il motivo per cui abbia deciso di pubblicare una versione aggiornata dei 'Cinque anarchici', a vent'anni di distanza dalla prima: "In questi anni sono cambiati i fatti storico-giuridici. La strage di Gioia Tauro è stata riconosciuta come tale grazie all'inchiesta di controinformazione fatta dai cinque ragazzi", e poi conclude: "Abbiamo bisogno di una storia documentata che possa essere raccontata a coloro che verranno dopo".
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