La storia di Antonio Celi e la metafora di una vita dedicata ai francobolli

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Il signor Celi, ottantenne, è uno storico appassionato di filatelia di Catanzaro. La sua collezione privata conta migliaia di esemplari, tra cui anche il celeberrimo Gronchi Rosa.

  22 aprile 2021 19:39

di ANNA TRAPASSO

Ottanta anni d’età e più di sessanta dedicati alla filatelia. Negli occhi lo stesso entusiasmo di sempre, quando di prima mattina col suo grande sorriso si presenta all’ufficio postale di Santa Maria in attesa di acquistare un nuovo annullo filatelico. E’ Antonio Celi, catanzarese del quartiere Corvo, una vita dedicata ai francobolli.

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C’è tutta la passione di un collezionista vero quando racconta ad una giovanissima impiegata, affascinata da quel suo mondo così lontano dalla tecnologia odierna, di quel suo amore che lo lega da sempre ai magici quadratini di carta. “Devi guardare la dentellatura, il tipo della colla”… lo dice con la voce carica di sentimento, la filatelia d’altronde è un hobby che richiede infinita passione, oltre che dedizione, precisione e pazienza. E il signor Antonio ne ha tanta, tanta da voler continuare quella sua enorme collezione senza perderne di vista nemmeno un pezzo.

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Lo incontriamo e ci racconta ben volentieri dei suoi amati francobolli. E’ riuscito a collezionare tutti gli italiani, dal 1945 ai giorni nostri. Possiede anche quelli del Vaticano, dal 1958 ad oggi, da Papa Giovanni XXIII a Papa Francesco.

E poi San Marino: li ha tutti, dalla cosiddetta collezione “Titano” del 1959, ad oggi. Celi, che è anche segretario dell’associazione Calabrese di Filatelia e Collezionismo Vario a Catanzaro, coltiva questa sua meravigliosa passione fin da quando era bambino, poco più che dodicenne.

I figli lontani per lavoro, nessun altro in famiglia continua quel suo stesso interesse, eppure la collezione continua a crescere, ogni giorno con rinnovato entusiasmo. Nel suo quartiere e in città lo conoscono in molti, ma in Italia è ben più conosciuto, spesso ospite di incontri e convegni a stampo filatelico.

Ci racconta di aver appena fatto una donazione di ben 300 volumi alla Biblioteca di Isca sullo Ionio. E ci racconta pure -non senza emozione- di quel giorno in cui andò di corsa a Roma per aggiudicarsi nientemeno che… il Gronchi Rosa. Il francobollo italiano più desiderato di tutti i tempi, reso celebre da un errore di stampa, che un signore del mestiere mise da parte apposta per lui.

E’ una storia bella, quella di Antonio Celi, una storia da raccontare. Una storia che insegna a coltivare le proprie passioni, a non abbandonare un mondo “offline” che ci viene scippato via dall'incedere arrogante della tecnologia. A non annoiarsi mai, a coltivare la lentezza delle collezioni, a ritrovare quell’entusiasmo proprio dell’amatore di francobolli, al di là dell’incedere del tempo.

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