La strage di Capaci 32 anni dopo: a Catanzaro l’incontro organizzato da FSP Polizia di Stato

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images La strage di Capaci 32 anni dopo: a Catanzaro l’incontro organizzato da FSP Polizia di Stato

  23 maggio 2024 15:13

di FRANCESCO IULIANO

A 32 anni dalla strage di Capaci, la segreteria provinciale di FSP Polizia di Stato di Catanzaro in collaborazione con ‘Fervicredo’ e ‘La voce della legalità’, ha organizzato l’incontro dal titolo ‘ “Capaci” di ricordare’.

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Un appuntamento a ricordo delle vittime della strage di Capaci in cui trovarono la morte il giudice Giovanni Falcone , la moglie Francesca Morvillo  e tre poliziotti della scorta (Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro), allestito nella sala Concerti di Palazzo de Nobili.

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Moderati dal segretario nazionale FSP Polizia di Stato, Giuseppe Brugnano hanno partecipato il sostituto procuratore presso la Procura Generale di Catanzaro, Marisa Manzini, l’assistente della Squadra Mobile della Questura di Napoli, Alessandra Accardo,  il vigile del fuoco coinvolto nella strage di via Palestro (vittima del terrorismo), Massimo Salsano, il sindaco di San Luca, Bruno Bartolo, il coordinatore dell’associazione "La voce della legalità”, Simone Rizzuto, l’allenatore del Sambiase Calcio, Claudio Morelli.

Hanno portato i saluti istituzionali il Questore di Catanzaro,Paolo Sirna, il Sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita,  il Consigliere regionale della Calabria Antonio Montuoro.

L’incontro è stato introdotto dal presidente dell’associazione "La voce della Legalità" Giulianna Pucci, il segretario generale provinciale FSP Polizia di Stato di Catanzaro, Rocco Morelli, il consigliere nazionale della Pervicredo (vittima del dovere), Maria Marasco. 

Le testimonianze sono state affidate al sottosegretario di Stato al Ministero dell’Interno, Wanda Ferro e dal vicepresidente nazionale FSP Polizia di Stato 1999 - 2024, Franco Maccari.

“Intorno alla questione mafia e, più in generale, della criminalità organizzata - ha detto Wanda Ferro - c’è grande attenzione da parte degli uomini e delle donne della Magistratura e delle Forze dell’Ordine ma credo anche una grande attenzione da parte dei cittadini che hanno compreso che tutto ciò che soffoca il territorio attraverso un controllo legato alla criminalità è un potere effimero che non serve a nulla. La capacità di ricordare in termini di memoria non fine a se stessa, ma di memoria intesa come costruzione continua della forza di combattere la criminalità ed una ‘ndrangheta che ha trovato in molte donne, che hanno denunciato, delle grandi aperture rispetto ad uno Stato che c’è ed è presente”.

Giovanni Falcone - è stato ricordato - ci ha insegnato che 'gli uomini passano, le idee restano. Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini'. Fare ogni giorno tesoro di queste parole, è il modo migliore che tutti noi abbiamo per onorare il sacrificio di chi ha perso la vita a Capaci quel 23 maggio 1992. Non disperdere i loro insegnamenti, il loro coraggio, portare avanti quei valori di libertà, giustizia e legalità che hanno reso immortali: più forti del tritolo e delle bombe di vigliacchi criminali senza scrupoli.

“La strage di Capaci - ha commentato Nicola Fiorita - è stata un evento che ha segnato profondamente la vita a molti di noi. Un attacco tremendo alla democrazia e allo Stato, per via del quale abbiamo fatto scelte di comportamento e di valori che reggono tutt’ora. Non abbiamo mai avuto il timore che lo Stato potesse cedere, perdere quella battaglia. E, se oggi siamo qui – ha aggiunto – è perché qualcuno ha accettato il rischio di sacrificare la propria vita, come poi avvenne, affinché la democrazia, quella battaglia, la vincesse. Il 23 maggio del ’92, ero uno studente in procinto di laurearsi. Oggi ho la fortuna e l’onore di servire da sindaco le Istituzioni. E so che coltivare la memoria di quelle donne e di quegli uomini che sono morti per le Istituzioni non solo è doveroso ma serve soprattutto a noi, a ricordarci quella tensione morale, quell’impegno, quei valori che danno senso a una vita. Perché non è tanto importante cosa fai ma come lo fai. Io sono sindaco, ma c’è chi è poliziotto, giornalista o attore, cambia poco. Ciò che resta fermo è il modo con cui ciascuno si pone, perché è il modo che qualifica la vita di ciascuno e l’essere all’altezza delle scelte che abbiamo fatto. Oggi – ha concluso Fiorita – il ricordo che rievochiamo richiama quel modo, i nostri sogni di libertà, i valori che abbiamo sposato, la democrazia che dobbiamo difendere ogni giorno”.

Nel corso dell’incontro anche un momento teatrale a cura di Francesco Passafaro e Stefano Perricelli che hanno proposto una breve parte dello spettacolo dal titolo “Giovanni e Paolo, gli antieroi”, scritto da Francesco Passafaro e portato in scena sul palcoscenico del Teatro Comunale di Catanzaro.

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