La street artist palestinese Laila Ajjawi al LuceFest di Magisano: l’arte veicolo di pace e solidarietà
11 giugno 2025 15:42di FILIPPO COPPOLETTA
Il LuceFest di Magisano, festival di arte e luce nel cuore della Calabria, si arricchisce quest’anno della presenza di una voce potente e simbolica: quella di Laila Ajjawi, street artist palestinese di fama internazionale, che ha scelto di portare la sua arte e il suo messaggio proprio a San Pietro Magisano, durante la settimana dedicata all’Erasmus. Un gesto che va oltre l’arte. È un atto politico, umano, necessario.
Conosciuta per i suoi murales densi di significato e realizzati spesso in contesti difficili, Laila Ajjawi ha fatto della street art uno strumento di resistenza e memoria. Nata nel campo profughi di Irbid, in Giordania, Laila ha trasformato la propria condizione e identità di rifugiata in forza creativa. Nei suoi lavori affronta temi come la diaspora, la perdita, l’identità palestinese e il diritto alla libertà, contribuendo a raccontare un popolo troppo spesso ridotto a cifra o retorica.
Il LuceFest ha scelto di accoglierla proprio per questo: per ricordare che l’arte è anche responsabilità, presa di posizione, e testimonianza.
Un murales per Gaza, un messaggio per il mondo
Durante la settimana del festival, Laila Ajjawi realizzerà un’opera site-specific nel borgo di San Pietro Magisano, pensata come manifesto di pace e denuncia simbolica verso il dramma in corso a Gaza. Un’opera pubblica e partecipata, che nasce all’interno di un contesto culturale europeo come quello dell’Erasmus, ma che guarda oltre i confini: verso la Palestina, verso i popoli oppressi, verso tutte le marginalità che chiedono ascolto.
Il direttore artistico del LuceFest, Carmine Elia, ha spiegato così la scelta di coinvolgere Laila: “La decisione è stata spontanea, naturale e immediata. Sentivamo la necessità di dare voce, attraverso i colori, ad un messaggio forte di pace, in un momento storico in cui un conflitto ultrasecolare deve giungere al termine. Quanto accade a Gaza non ha giustificazione, non ha umanità, non è tollerabile. Ed esprimeremo la nostra intolleranza con l’Arte e la Bellezza, i linguaggi che sappiamo parlare alla perfezione”.
Un piccolo paese, un grande gesto
San Pietro Magisano diventa così uno dei pochi luoghi in Italia a dare uno spazio concreto e visibile alla cultura palestinese in questi mesi così drammatici. Non con parole vuote, ma con un gesto tangibile: un muro, dei colori, una comunità che accoglie. Laila Ajjawi, con il suo stile inconfondibile e la sua storia personale di riscatto, porterà un pezzo di Palestina in Calabria — e lo farà con la potenza del linguaggio più universale che esista: l’arte.
In tempi in cui i muri dividono, il LuceFest sceglie di dipingere muri per unire. E di accendere, con la luce dell’arte, anche i luoghi più lontani dal cuore del conflitto.
Perché la pace si costruisce anche così. Un'opera alla volta. Una voce alla volta.