di VITTORIO PIO
Secondo atto all’insegna del grande jazz internazionale per il Festival d’Autunno diretto da Antonietta Santacroce. La prima a salire sul palco del Politeama sarà Aymee Nuviola, portentosa cantante di origine cubana, che venerdi 11, prima del concerto previsto alle ore 21, terrà anche una masterclass pomeridiana (ingresso riservato ai possessori del biglietto serale),sulla sua affascinante professione di cantante.
Cubana, ma ormai stabilmente a Miami, la Nuviola è considerata l’erede di Celia Cruz e ha un gran talento nel coniugare le innumerevoli influenze della sua terra di origine: “Cuba è il mio amore eterno - ribadisce -, ma è anche il cuore a metà. Cuba è ferma nel tempo, per me: tutti i miei parenti, i miei amici, sono andati via, vivono negli Stati Uniti, non è rimasto più nessuno. Tutti sono andati via a causa della dittatura, solo mio padre è rimasto lì: ogni mese gli mando cibo e soldi, perché non hanno nulla a Cuba. Non so spiegarlo, è un sentimento strano: amo Cuba ma non voglio starci, e mi fa male. Vorrei poterci fare pace, ma ogni mese devo ricordarmi della situazione che c’è e del suo Presidente. È una condizione triste per tutti i cubani che vivono fuori dall’isola: per Cuba gli Stati Uniti sono il peggior posto al mondo, ma i cubani devono sopportare ricatti, umiliazioni, c’è una situazione terribile”.
In questa esclusiva data per il Meridione, l’artista presenterà anche alcuni brani tratti da “Bonche”, il suo nuovo album appena realizzato con l’ausilio di un sestetto in cui spicca il virtuosismo del pianista Kermit Roig, anche lui presente a Catanzaro: ”Si tratta di un disco con una forte influenza afro-beat, elementi che sono sempre stati presenti nella nostra musica, anche se le mie eroine sono state dapprima Sara Vaughan e Aretha Franklin. Loro avevano un talento naturale al quale hanno associato lo studio: le loro voci erano degli strumenti con cui riuscivano a fare cose straordinarie. Cosa aggiungere poi di Sara Vaughan?: nella sua voce c’era l’anima, del sentimento. Sono cantanti che mostravano un’anima davvero diversa dalle altre: avevano le caratteristiche delle voci nere, certo, ma anche qualcosa di unico da mostrare al pubblico. Devo molto a ciascuna di loro. Un’altra voce che mi ha influenzato molto è stata quella dell’icona brasiliana Elis Regina, che anche se non faceva propriamente Jazz, possedeva un’intensità pazzesca. Nella stessa canzone, riusciva a restituire delle interpretazioni barocche, fatte di chiaro scuro: passava dai momenti di luce a quelli di oscurità, facilmente”.
Cresciuta in una famiglia di musicisti, la Nuviola ha frequentato anche il conservatorio, espandendo in maniera ulteriormente creativa i suoi orizzonti musicali insieme al suo amico Gonzalo Rubalcaba, un poeta del pianoforte, presente nella scorsa edizione del festival: “Sono nata nella musica, non potrei mai farne a meno. Mia madre era una pianista, mio padre un cantante, non un cantante professionista ma lo era, con mia sorella siamo cresciute cantando insieme. Abbiamo anche partecipato a un contest molto famoso a Cuba, dove abbiamo vinto come duetto. Poi se parliamo di esperienze, di opportunità in tutto il mondo, sì, la musica è decisamente importante nella mia vita. Ma anche se parliamo di emozioni: attraverso la composizione mostro molto di più di me, per me è edificante fare musica. Se ascolto musica, ascolto musica, non faccio nient’altro: non metto su la musica e cucino, ad esempio. La musica entra in contatto direttamente con l’anima, quindi può influenzarti bene, ma anche male. Non è un caso se nelle varie religioni la musica è il modo per comunicare con il proprio Dio. La musica ha un potere che nessuno può ignorare: oggi ci sono testi che non sono affatto educativi, che inneggiano alla violenza. Per me la musica è guarigione, riesce a metterti in contatto con il divino”.
Sabato 12 invece il trio costituito da Maria Pia De Vito, Omar Sosa e Trilok Gurtu, personalità di notevole caratura nella musica contemporanea. Per tutte le altre info www.festivaldautunno.com
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