La verità di Antonio Chiefalo (ex coordinatore Lega catanzarese) su "un partito irriconoscibile che ha lasciato l’oriente senza imboccare l’occidente…"

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Antonio Chiefalo

"Auguro alla Lega, verso la quale ho tanto affetto, di rimanere fedele al suo originale manifesto, accettando anche di contrarre la rappresentanza in Consiglio regionale. Dovrebbe quindi allestire liste fatte solo da gente che creda fermamente al progetto Salvini senza cedere alle lusinghe di voti mercenari"

  18 novembre 2020 12:17

di ENZO COSENTINO

Anche nella Lega, a Catanzaro e provincia, è andata in scena una scissione. Pezzi importanti, infatti, hanno deciso di uscire dal Movimento. Ma di restare sulla scena politica con un nuovo soggetto politico. I “sintomi” di uno strisciante malessere erano stati avvertiti da tempo e la Nuova Calabria ne aveva anche dato evidenza. Ora le tensioni si sono materializzate, evidentemente perchè non ricucibili i contrasti. A guidare la scissione, l’ex coordinatore provinciale del Movimento, Antonio Chiefalo che ha profuso non poche energie per trovare consensi fidelizzando anche tanti giovani al Movimento. Con l’ex dirigente politico leghista abbiamo realizzato l’intervista che vi proponiamo.

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Dott. Chiefalo,  chiuso un capitolo del suo impegno politico nei quadri dirigenti della Lega catanzarese, ora pensa di aprirne un altro, ma in una posizione politicamente nuova. Quale?

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“La politica è servizio e lo dico senza retorica. Ho deciso e sperato di poter dare un contributo nel momento in cui ho capito che la mia posizione professionale, raggiunta con mille sacrifici personali, potesse restare estranea a qualsiasi tentativo di mistificazione. Questa terra ha un maledetto bisogno di politica sana ed ora, un po’ dal di dentro, posso affermare che tutti gli avvertimenti che i tanti amici mi avevano sussurrato erano veri e fondati: è una melma! La gente non ha alcuna vera affezione per l’altrui bisogno eppure è capace di discettare di ogni fingendo di immolarsi pur di captare consensi, irretire e indossare falsi abiti da Robin Hood.  Un fottìo, scusi il termine…, che non si arresta, perfezionato da palloni gonfiati il cui unico obiettivo è fare OPA sulla città, sulla regione, sui partiti. Persone di pochi scrupoli capaci di alienare qualsiasi principio per soggiacere a sé stessi ed alla brama di potere di cui sono afflitti, pronti ad attaccare sul piano personale, senza un codice. Il problema è che non possiamo permettercelo, non abbiamo alternativa se non quella di isolare e marginalizzare simili elementi. Mi chiede in quale posizione mi rivelerò alle prossime elezioni regionali? Le rispondo che sto riflettendo molto perché 3.700 persone pochi mesi fa hanno scritto il mio nome sulla schede elettorali e questo mi responsabilizza e mi impone di non “transitare come una meteora” ma di seguitare a metterci la faccia come sempre ho fatto. Non so dirle se mi candiderò (ho più di una offerta) o spingerò da dietro, ma certo se vi sarà un mio impegno occorrerà che si realizzino due propedeutiche condizioni necessarie: la prima, che si tratti di un progetto serio che coinvolga gente per bene per un programma realizzabile e davvero utile; la seconda, che sia deciso dall’intero gruppo che mi ha sostenuto nello scorso gennaio e con il quale in questi mesi siamo rimasti uniti e coesi pur con qualche fisiologica eccezione”.

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Vi sono dati certi che nella sua gestione - quando cioè andava d’accordo con i vertici del partito a livello nazionale e regionale- la Lega a Catanzaro aveva anche fatto passi in avanti, poi il blackout. Quali i motivi del suo “addio” (o un arrivederci) al Movimento?

“Per carattere e temperamento metto tutto me stesso negli impegni e il guaio delle persone come me è che esigono molto da sé stesse e quindi anche dagli altri. Il nostro gruppo ha realizzato risultati impensabili negli anni scorsi allorquando “stare con la Lega” non era così popolare, né un affare: abbiamo aperto sedi, eletto consiglieri (anche provinciali), fatto impensabili volumi di tesseramento, allestito mille gazebi e organizzato tante trasferte per eventi nazionali, Pontida compresa. Da coordinatore provinciale, nomina ricevuta nel giugno 2018 dall’On. Furgiuele allora coordinatore regionale, è stata una inarrestabile crescita sana, aperta ma allo stesso tempo selezionata per non snaturare l’idea di nuovo che il partito recava. Una formazione diversa, territoriale, fatta di militanza, cuore e competenza. Nella primavera dello scorso anno poi, cambiata la dirigenza regionale, e dopo i mille buoni propositi declinati dall’On. Invernizzi in occasione degli “stati generali” del 23 giugno 2019, è stata una costante china. Un partito irriconoscibile che ha lasciato l’oriente senza imboccare l’occidente… Perso tra arrembaggi -andati tutti a segno per chiara scelta del vertice regionale- e perdita di contatto con il territorio. Un Territorio che ha punito il partito prima alle regionali 2020 e poi alle amministrative dello scorso settembre. Il tentativo di confronto interno, coltivato anche da me stesso, è stato inutilmente trasportato sul terreno del conflitto e le questioni politiche e generali trasformate in questioni personali. Una assurdità… la fabbrica di alibi per fare fuori, l’infingimento per farsi una ragione. Il timone, poi, troppo spesso ceduto a figure surrettiziamente elevate a quadri regionali senza un minimo di consultazione della base e senza una sola leva elettorale. L’idea messa in pratica dai noti -che hanno abiurato ai buoni propositi dopo solo dieci minuti dalla omelia regalataci in occasione degli stati generali- è stata semplice quanto cinica: polverizzare i gruppi, indebolire tutti, atomizzare il territorio, non dare alcun rilievo alla militanza, allontanare chi aveva guadagnato peso. Il movente? Lo chieda a loro… Di certo v’è che la Lega proprio in quel momento ha cambiato pelle, ha slatentizzato un mandato teso a decostruire, a perdere attraenza al punto che, oggi, risulta invisa a molti di quelli che ieri si stracciavano le vesti per difendere il simbolo. La politica va gestita da chi conosce il territorio e da chi il territorio riconosce come esponente, non certo da chi non ha il conforto della conoscenza e ancor meno amore per il terra che lo accoglie. Ho, abbiamo, condiviso tutto di Matteo Salvini ma le condizioni di permanenza sono via via evaporate”.

L’elenco dei “dissidenti” potrebbe allungarsi a dimostrazione che il malcontento sulla gestione del Movimento è diffuso sul territorio?

“La Calabria sana è stanca. Oggi la Lega è in caduta perché ha dimostrato di non avere una visione; perché il programma delle regionali 2020 è totalmente sconosciuto, anche nel suo interno; perché l’organizzazione è sostanzialmente saltata da mesi e le nuove geometrie rappresentano pochi se non nessuno; perché ha dimostrato di essere un facilissimo terreno di conquista; perché si è persa fiducia politica nei confronti dei suoi rappresentati locali; perché non ha consentito l’interlocuzione; perché ha punito chi ha tentato di promuovere un confronto; perché non ha difeso la sua pur giovane storia e chiunque oggi approcci ad essa sa che sarà utilizzato e “scaricato”; perché non ha “fatto territorio”; perché non ha ascoltato né sindaci né consiglieri; perché ha emarginato le tante risorse amministrative e manageriali di cui poteva disporre e che oggi si sono defilate; perché non ascolta imprenditori, lavoratori, disoccupati, famiglie; perché è complice di una sanità allo sfascio nonostante il programma elettorale 2020 contenesse pagine e pagine sull’argomento; perché “non unisce più” e anche chi è dentro ha perso il senso di appartenenza e non si ritrova più nel simbolo… Solo tanta tristezza… Dopo i molti che hanno abbandonato tra amministratori, sindaci, professionisti e gente comune, credo che l’emorragia non si arresterà facilmente e dispiace registrare l’uscita di giovani poiché lì è forte il sapore della delusione. Mi riferisco a Carmine Bruno per anni coordinatore regionale giovani -improvvisamente messo da parte- e a Salvatore Caliò coordinatore giovani Catanzaro, al quale è toccata medesima sorte”.

Un momento di grave difficoltà e confusione si registra nella sanità calabrese e i provvedimenti adottati o in itinere “spiazzano” completamente le nostre comunità. E però dalla Lega il silenzio mentre gli altri partiti assumono posizioni. Cosa ne pensa della situazione nel suo complesso?

“L’ho detto prima, la Lega aveva lo strumentario, la forza e le risorse umane per correggere alcune direzioni in materia sanitaria. Oggi incredibilmente deve difendere certe posizioni poiché sotto la presidenza Santelli non ha toccato palla e non può certo cavarsela dicendo, come qualcuno ha assurdamente tentato di fare, che la partecipazione in Giunta non fosse significativa attese le competenze dell’Assessorato in illo tempore delegato a Spirlì… Già, ma vicepresidente chi era? O si vuole seguitare a giocare a scaricabarile? Il primo partito d’Italia presente con quattro consiglieri regionali ed un assessore in Giunta con funzioni vicarie può davvero dire che la sanità, proprio in Calabria, non sia stata di sua competenza? Può davvero cavarsela così? Complessivamente, l’ho scritto, ritengo occorra, per un rapido superamento del regime commissariale, una sinergia Stato – Regione Calabria. La struttura commissariale dovrebbe accompagnare la Regione a reimpossessarsi delle proprie competenze politiche in materia sanitaria. Se ne uscirà solo spalmando le responsabilità all’interno di un team che ripartisca e assegni competenze puntuali a bravi e specchiati professionisti. Non ho compreso certi nomi come Strada, apertamente politicizzato e come tale a mio avviso “poco ministeriale”, ma ciò che conta è: la esatta pianificazione strategica pluriennale di una azione amministrativa commissariale tesa all’uscita dal guado; la puntuale determinazione del timing, spalmato su un orizzonte temporale adeguato ma breve; l’esatta declinazione di una programmazione operativa di esercizio che, pancia a terra, affronti tutto a partire dal rapporto pubblico-privato”.

La Calabria si prepara ad un'altra purtroppo necessaria tornata elettorale. Sarà difficile per tutti gli schieramenti. Lei come la vede?

“Male mi verrebbe da dire… La dolorosissima e imprevedibile conclusione anticipata di questa minuscola legislatura ha colto tutti impreparati e, come si dice, “la gatta presciarola ha fatto i gattini ciechi…!” Ma la Calabria è terra di bellezza e di sofferenza e dunque mi piace immaginare che tirerà fuori risorse impensate. Non sarà una passeggiata per nessuno e la stessa elaborazione delle liste, con le ultime modifiche alla legge elettorale regionale, farà qualche vittima. La Lega perderà molto del consenso generico che aveva e dunque la prevedibile contrazione del voto di sola lista la obbligherà a correre ai ripari trovando candidati forti. Perderà quindi molta della sua credibilità e, purtroppo, proseguirà spedita verso la sua definitiva snaturazione originaria. Auguro alla Lega, verso la quale ho tanto affetto, di rimanere fedele al suo originale manifesto, accettando anche di contrarre la rappresentanza in Consiglio regionale. Dovrebbe quindi allestire liste fatte solo da gente che creda fermamente al progetto Salvini senza cedere alle lusinghe di voti mercenari. Solo da qui potrebbe ricostruirsi ripartendo dai superstiti fedeli. Il centrodestra vincerà, forse non “a mani bassissime”, ma vincerà agevolmente. E’ ciò che vogliamo”.

 

 

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