Tira una brutta aria dalle parti dell'Abramo Printing & Logistic. E' l'aria della crisi. Nel corso di una riunione fra i delegati dell'azienda e i rappresentanti sindacali (quelli delle Rsa e Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil) di tre giorni fa presso la sede di Catanzaro di Confindustria sono state scoperte le carte. L'Abramo Printing & Logistic non può più mantenere tutti i dipendenti: ci sono almeno 53 esuberi. E come se non bastasse serve almeno la cessione dei rami d'azienda. In tutto sono tre. L'ideale sarebbe la vendita ad un compratore, altrimenti si chiuderà.
Gli effetti del Covid-19, stando ai calcoli aziendali, hanno contratto del 45% il fatturato. Né ristrutturazioni organizzative e né altre misure sono messe in conto dal management. Si deve cedere un ramo d'azienda, e per questo è stata notificata al ministero del lavoro l'istanza della dichiarazione dello stato di crisi e serve ridurre il numero dei dipendenti. L'incentivo all'esodo proposto è pari a 13 mila euro. Nel dettaglio, il 'sovradimensionamento' è stato quantificato in 21 unità nel ramo 'mass printing', 13 in quello 'offset' e 19 in quello 'rotativa'. Il termine fissato per i dipendenti che accetteranno l'uscita dall'azienda è il prossimo 21 settembre.
Ovviamente, i sindacati non ci stanno e sono pronti a mobilitarsi.
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