Numeri a sei cifre e accanto date e specifiche nell'estratto conto dei mandati di pagamento a favore dell'Associazione Recosol. Risale all'8 aprile scorso l'esposto con allegato l'estratto conto "per possibili reati" inviato dal sindaco di Riace, Antonio Trifoli, alla Procura delle Repubblica di Locri.
"Si denuncia - si legge nell'esposto - che agli atti di questo Ente non è stato riscontrato alcun rendiconto in merito ai cosiddetti progetti "Emergenza Nord Africa", "Niger" e "Ampliamento rete Sprar", per il quale il Comune di Riace ha erogato ingenti somme".
In particolare, l'associazione Recosol, con sede in Carmagnola (TO), "ha percepito somme pari a 294mila euro circa affidamenti diretti, senza bando ad evidenza pubblica e palesemente con comportamento non conforme ai dettati di legge".
E a rappresentare "la suddetta associazione sin dal 2012 per la gestione dei progetti di accoglienza era tale Giovanni Maiolo di Caulonia (Rc)".
Una battaglia a colpi di carta bollata, dunque, rispetto alla quale il sindaco, adesso, dice basta. Basta agli "attacchi falsi e strumentali". Perché "non c’è azione peggiore, menzognera e falsa di chi va a cercare, ipocritamente, il bruscolino nell’occhio dell’altrui persona, quando nel proprio occhio c’è una trave".
Il Comune, questo è l'ultimo atto, risponde pubblicamente a chi attacca, "costantemente e puntualmente, in maniera “mirata” la nostra trasparente Amministrazione. Il riferimento è al caso che ruota attorno a Recosol, gestore dei progetti per i migranti che hanno ottenuto centinaia di migliaia di euro, "come nel nostro Comune, mai rendicontati. Paradossalmente - si legge nella nota del Comune - il rappresentante, Giovanni Maiolo, attacca strumentalmente, artificiosamente e in modo mistificatorio, chi potrebbe ledere il suo potere e lo fa, ad arte, con un giornalino online che utilizza a proprio uso e consumo, gettando fumo negli occhi della gente".
E a questo punto l'Amministrazione chiede "in nome di quella trasparenza che sbandiera, ma che non attua i rendiconti dei centinaia di migliaia di euro della gestione della pseudo accoglienza. Ci faccia vedere che fine hanno fatto i 294 mila euro che ha ottenuto dal nostro Comune. Gli Amministratori di maggioranza e tanti cittadini di Riace lo pretendono, vogliono avere la rendicontazione di queste somme per vedere in quali tasche sono andate a finire".
Intanto il caso è finito sotto la lente d'ingrandimento della Procura della Repubblica di Locri," informata sui fatti e siamo certi che farà piena luce su una “accoglienza” che è piena zeppa di ombre e che sembra essere stata avviata per il business e non certo per spirito di carità. Anche perché la carità va fatta a 360° e non ad hoc, a convenienza".
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