L'allarme dei tirocinanti calabresi: "Il nostro impegno nel favorire l'integrazione degli alunni disabili senza prospettive future"

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Immagine di una sedia a rotelle
  08 giugno 2020 16:34

"Siamo uomini e donne, madri e padri di famiglia, giovani e meno giovani e crediamo fortemente nella nostra missione: Favorire l'integrazione degli alunni disabili all'interno del gruppo classe e soprattutto nella vita di tutti i giorni". Esordiscono così in una nota stampa i Tirocinanti Miur Calabria. "Prestiamo servizio in qualità di tirocinanti - proseguono - (cioè non abbiamo alcun trattamento previdenziale e soprattutto contributivo che tuteli la nostra persona) a fronte di un contributo mensile di 500 €. In poche parole viviamo nella precarietà più assoluta nonostante il compito "rilevante" che rivestiamo presso le istituzioni scolastiche calabresi".

"Prestiamo servizio con passione e dedizione e abbiamo come primario obiettivo il superamento di qualsiasi disagio presenti l'alunno disabile facendo leva sulle nostre professionalità che sono il risultato di anni di servizio (in poche parole di proroga in proroga) e permettendo pertanto all'unno disabile di concludere,al meglio, l'anno scolastico stesso. Il nostro timore come tutti i tirocinanti calabresi - si legge ancora sulla nota dei Tirocinanti Miur Calabria - è di non avere alcuna prospettiva di lavoro futura (nonostante la regione Calabria si sia fatta garante in tal senso) ma non nulla c'è all'orizzonte che riguardi la nostra stabilità lavorativa".

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"Pertanto ci chiediamo: Perché la Regione Calabria non si impegna concretamente nell'assicurare quelle prospettive di lavoro future promesse a noi tirocinanti trattando con il l'attuale Governo in tal senso? E le sigle sindacali, (a prescindere dall'appartenenza) perché non spingono affinché ci sia una possibilità concreta che riguardi il nostro futuro?. Ci teniamo a precisare che le nostre non sono imposizioni - conclude la nota - ma grida d'aiuto di esseri umani che vivono nell'agonia e nell'incertezza, più che totale, il proprio futuro e che come cittadini italiani sperano di non essere abbandonati a se stessi".

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