di ENZO COSENTINO
Non è un fatto strano o fuori dal comune che la Calabria, per vocazione storica, avverta il bisogno e quindi l’utilità di proiettarsi nel mondo. Quasi per “gridare”, con forza, “sono una regione con infinite potenzialità ma non adeguatamente valorizzata. Caso mai sfruttata.” La Calabria terra di emigranti. Ieri come oggi. Ieri con gente che partiva all’avventura con una valigia di cartone piena di sogni e di speranze. Oggi con giovani con tanto di laurea conseguita al termine di studi nelle università calabresi. La Calabria si apre al mondo, il mondo deve essere incentivato per aprirsi alla nostra Regione. Per le sue peculiarità che non siano soltanto quelle del turismo ma che comprendano un “pacchetto” di proposte variegate.
E’ questo l’incipit alla intervista realizzata con S.E. Mira Daher, Ambasciatrice del Libano in Italia. La Nuova Calabria apre una sorta di ponte ideale con un Paese sicuramente amico. Risposte responsabili quelle della rappresentate dello Stato libanese. La nostra iniziativa vuole essere un “sassolino nello stagno” capace, però, di aprire tanti cerchi concentrici. Proponiamo ai nostri lettori pertanto l’intervista con S.E. Mira Daher.
Signora Mira Daher Lei rappresenta la Repubblica del Libano in Italia e ha avuto anche occasioni di visitare la Calabria. Vi sono possibilità che fra il Suo Stato e la nostra regione si sviluppino iniziative comuni?
“Le relazioni tra il Libano e l'Italia sono molto forti. Da sempre! In particolare quelle tra il mio Paese e la Calabria, da me visitata più volte e che amo. Aggiungo pure, come ho sempre constato in modo piacevole -e la cosa mi ha reso felice- quanta similitudine vi sia tra la vostra Regione e il Libano, soprattutto dal punto di vista caratteriale, morfologico, paesaggistico. Persino l'interscambio che può derivare da ciò, nel campo della cultura, come quello di alcuni progetti che si possono realizzare assieme ed in modo estremamente facile, fanno si che si possa ben sperare, proprio per riuscire a rinsaldare un solido e proficuo rapporto. Penso ad esempio nel campo degli studenti universitari, oppure a quello degli imprenditori.”
Ambasciatrice, restando sulla eventualità di un proficuo rapporto di relazioni con la Calabria, quali i settori che più potrebbero interessare Libano e Calabria?
“La situazione odierna è complessa ovunque, poiché viviamo un periodo molto vago.
Anche nella nostra regione mediorientale vi sono cambiamenti in corso e noi libanesi stiamo vivendo un momento difficile. Continuiamo ad andare avanti, poiché guardiamo al domani: insomma, lavoriamo per il futuro!”
In tema di scambi e cooperazione Libano e Calabria che possibilità vi sono e una politica di reciproco coinvolgimento nel campo sanitario è possibile?
“L'ho già detto, la situazione non è facile e stiamo affrontando questo tempo con determinazione, con volontà positiva. Voi in Calabria, avete molte personalità che possono essere d'aiuto per fare le cose, nel migliore dei modi. Contiamo pure noi su ciò, perché si possono trovare soluzioni di sviluppo comune in molti campi. Tra l'altro ci sono libanesi che vivono in Calabria e si può pensare ad un intervento congiunto persino nel campo immobiliare. In Calabria c'è un clima uguale al nostro e i nostri rispettivi popoli - cioè quello libanese e calabrese - hanno tradizioni comuni e similitudini culturali e storiche.”
In realtà sul nostro territorio grazie alla presenza di personalità che sono attivamente impegnate a contribuire con iniziative di notevole spessore politico - Vincenzo Speziali, presente con noi all’intervista - è vivo anche un respiro libanese. Citazione che faccio per i vincoli che egli ha di appartenenza familiare con dinastie libanesi che hanno scritto anche pagine di storia del suo Paese.
“Ci sono persone come dice lei calabro libanesi, anche per affinità personali, di cui si può essere felici. Certo, va ricordato che il Libano deriva dai Fenici, ha una storia antica, molto presente nei libri come nella Bibbia, dov'è citato 78 volte. Chi non conosce il Libano, non dovrebbe parlare a sproposito, per luoghi comuni, come se conoscesse il mio Paese, per il semplice fatto di apprendere le cose, dalle semplici o brevi notizie, pure sporadiche, le quali non descrivono una realtà. Invece la nostra realtà è molto differente, anzi invitiamo chi parla senza conoscerci, a visitare il nostro Paese, altrimenti chi lo descrive strumentalmente e solo per conoscenza superficiale, non potrà mai avere la giusta idea. Noi accogliamo tutti e abbiamo sempre avuto rispetto per l'Italia e gli Italiani. Voglio pensare che sia stessa cosa anche verso di noi”.
DI SEGUITO L'INTERVISTA VIDEO
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