Lamezia, dopo 6 anni il Comune consegna la nuova scuola dell’Infanzia in località "Bella"

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Antonella Mongiardo, dirigente scolastica

  19 novembre 2025 14:48

C’è molta attesa tra le famiglie dell’istituto Gatti-Manzoni-Augruso per la nuova sede della scuola dell’infanzia di località “Bella”, che dovrebbe essere riconsegnata a breve dal Comune di Lamezia, dopo i lavori di ristrutturazione durati circa sei anni.

“La scuola dell’infanzia sta per trasformarsi in un grande laboratorio, un ambiente di apprendimento innovativo e coinvolgente, ricco di risorse digitali, all’insegna della creatività, della socialità e del benessere”. Così annunciava, due anni or sono, la preside Mongiardo alla comunità scolastica della Manzoni-Augruso, dopo la notizia dell’imminente completamento della nuova sede, dove sarebbero state trasferite le sezioni dell’infanzia di Bella, attualmente allocate nel plesso di scuola primaria Augruso. Un ottimismo che però, non ha potuto ancora trovare riscontro nella realtà, in quanto dal 2019 la nuova struttura non è stata ancora riconsegnata alla scuola.

L’attesa cresce sempre di più, dunque, nella comunità scolastica dell’IC Gatti-Manzoni-Augruso, che attende di poter attivare i nuovi ambienti di apprendimento, progettati nel 2022 grazie alle risorse del PON Ambienti didattici innovativi per la Scuola dell’Infanzia, che avevano consentito alla dirigente scolastica Antonella Mongiardo (autrice del progetto pedagogico), di acquistare arredi e attrezzature digitali per un importo di circa 75 mila Euro.

Stando alle più recenti notizie provenienti dal Comune, si dovrebbe essere in fase di collaudo e, dunque, prossimi alla consegna della nuova sede alla scuola IC Gatti-Manzoni-Augruso, dove potranno finalmente partire i mini-laboratori Soft-Data, progettati del 2022, ma ancora inutilizzai perché non adatti ai locali attualmente ospitanti le sezioni.

“Il progetto – dice la preside- si basa su una precisa idea pedagogica: l’ambiente di apprendimento. L’ambiente di apprendimento è la nuova frontiera della didattica, verso cui tutte le scuole, ormai, si stanno orientando per poter stare al passo con i nuovi modelli di apprendimento previsti dalla pedagogia. Ogni aula sarà costituita da un open space articolata in tre spazi modulari: l’area osservazione e creazione; l’area condivisione e l’area sperimentazione. Nella prima, il bambino potrà imparare a manipolare materiali, individualmente ma con la guida dell’insegnante, creando un

prodotto servendosi delle proprie abilità. L’area destinata alla condivisione sarà caratterizzata da sedute morbide, da un tappeto componibile e da tribunette trasformabili in diverse configurazioni, dotate anche di nicchie porta oggetti: gli alunni potranno interagire, così, in un ambiente di apprendimento vivace e informale. L’insegnante in questo processo di acquisizione linguistica ha un ruolo fondamentale, è colui che, attraverso una relazione educativa, permette di promuovere e motivare la comunicazione. Le attività potranno essere differenziate per le quattro fasce d’età.

L’obiettivo è di favorire lo sviluppo del linguaggio del bambino e in un secondo momento stimolare i prerequisiti della letto-scrittura in un ambiente a lui famigliare in modalità ludica. L’area destinata alla sperimentazione sarà un mini-laboratorio attrezzato per lo svolgimento di attività di ricerca, progettazione, collaborazione tra pari. Perciò, sarà dotata di banchi modulari componibili in svariati modi, in funzione delle attività previste. I bambini, per poter utilizzare tutti i laboratori, ruoteranno nelle tre sezioni, secondo una programmazione temporale. Potranno sperimentare, così,

adeguatamente all’età, il modello delle Aule- laboratorio, una delle rivoluzioni copernicane apportate da Avanguardie educative.

“Con la piena condivisione di tutti i docenti - dice la referente Infanzia Bella, Romina De Sensi - abbiamo introdotto la laboratorialità anche nell’infanzia perché il laboratorio è una situazione di apprendimento in cui si integrano efficacemente le conoscenze e le abilità, gli aspetti cognitivi e quelli sociali, emotivi, affettivi, la progettualità e l’operatività”.

La didattica laboratoriale – conferma la preside Mongiardo - promuove la motivazione e l’inclusione, fornisce una strategia di insegnamento particolarmente proficua con gli studenti che hanno difficoltà, incoraggia la personale autonomia progettuale, supera l’organizzazione del gruppo classe e crea un ambiente di apprendimento rispondente alle esigenze degli studenti problematici, valorizza le competenze di ciascun bambino in un percorso di tipo cooperativo. Il laboratorio consente di passare dall’informazione alla formazione, incoraggia un atteggiamento attivo. Progettare lo spazio di una scuola d’infanzia - prosegue la preside Mongiardo, la quale ha curato la fase di progettazione in condivisione con gli organi collegiali - è un processo che richiede grande creatività non solo pedagogica e architettonica, ma anche sociale, culturale e politica. L’ambiente di apprendimento non è solo uno spazio fisico dotato di tecnologie informatiche, come spesso si tende a pensare, ma è un contesto di insegnamento e di apprendimento basato sul concetto che la conoscenza non si trasmette, ma si costruisce, rompendo gli schemi della didattica tradizionale. Nella scuola dell’infanzia e nella scuola primaria, l’ambiente di apprendimento deve facilitare l’esplorazione e la scoperta; l’interazione con gli altri, con la natura e con l’ambiente fisico, in una dimensione ludica; sviluppare la creatività attraverso il gioco; far svolgere attività didattiche in modo cooperativo e laboratoriale e far acquisire agli allievi consapevolezza delle proprie modalità di apprendimento. L’aula, con i banchi allineati, è sempre meno adatta per realizzare un simile scenario e la lezione frontale sempre più superata. L’acquisizione dei saperi richiede un uso flessibile degli spazi e la disponibilità di luoghi attrezzati che facilitino approcci operativi e concreti con le scienze, le lingue, la tecnologia, la musica, le attività pittoriche, la motricità. In tal modo l’ambiente classe diventa un vero e proprio laboratorio disciplinare”.

 


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