Il momento politico di Lamezia e i riflessi che si ripercuotono sulla vita amministrativa e sociale della seconda Città della provincia di Catanzaro è stato passato al “setaccio” dai componenti della Direzione del PD provinciale, Ernesto Palma e Gioacchino Tavella con “rilievi” sia alla attuale amministrazione lametina, sia al proprio partito e anche più complessivamente ai partiti del centrosinistra e al ruolo di opposizione che le rispettive rappresentanze in Comune devono svolgere.
di Ernesto Palma e Gioacchino Tavella
“Mentre le nubi si addensano sempre di più sulla città e si aggravano le condizioni economiche e sociali dei nostri concittadini, si ha l’impressione di ritornare in quell’atmosfera pumblea di qualche anno fa, il rischio è di ricadere ancora per una volta nella melma. Le vicende che si susseguono ci fanno intravedere scenari che abbiamo già conosciuto, mentre i fallimenti per una mancanza di autorevolezza dell’amministrazione Mascaro, riportano sotto gli occhi di tutti una difficoltà reale a ricostruire un rapporto di credibilità e di fiducia nell’istituzione comunale, come presupposto necessario per far uscire la città da una condizione di marginalità e sudditanza nello scenario politico regionale.
E’ evidente una debolezza che si trascina dalla campagna elettorale, non c’è alcuna differenza tra prima e dopo il voto, entrambi i momenti sono segnati da una continuità di comportamenti che sono distanti da una gestione democratica e partecipata, affrontare i problemi con il piglio dell’io rende difficile e predispone male a quella che invece dovrebbe essere una guida imperniata sul confronto e la partecipazione attiva dei cittadini e delle sue rappresentanze economiche e sociali.
Non basta vincere o sentirsi vincitore, non basta aver genuflesso l’istituzione democratica per soddisfare una recondita rivalsa, quando l’equilibrio tra le istituzioni si rompe chi soccombe per prima è quella più debole, perché debole è la sua rappresentanza politica.
Si rende dunque necessario introdurre più trasparenza e maggiore fermezza, non possiamo più permetterci zone grigie, suscitare sospetti, dubbi o altro, dobbiamo invece ricostruire un’etica civile che parti dal consesso democratico più importante della città, perché sia da esempio per tutti, solo così possiamo evitare questo affanno ogni volta che la politica si presenta opaca o quando presta il fianco a presenze discutibili.
Se non abbiamo consapevolezza di questo problema o se pensiamo di risolverlo in modo sbrigativo con il tradizionale distacco tanto caro ad alcuni, rischieremo tutti di assumerci la responsabilità di essere colpevoli per aver compromesso la tenuta democratica e caricare la politica di un macigno, per non essere più depositaria delle più semplici garanzie democratiche.
Per questo è necessario più politica, il ruolo delle minoranze è quello di insufflare aria pulita, di essere custode del funzionamento democratico e di vigilare sulla trasparenza di tutte le attività.
Questa è la ragione principale dell’essere opposizione, essa non può compromettersi o mostrare interesse agli ammiccamenti del potere, se negli ultimi tempi qualche figurante non ha compreso l’importanza del proprio ruolo immaginando di svilire l’appartenenza e di dare prova di poca cultura istituzionale o se ancora qualche silenzio rilevante abbia dato l’idea che non esistono differenze, è necessario che al più presto le opposizioni avvertano l’urgenza di ripristinare la rigidità dei propri ruoli, quelli voluti dal voto popolare.
E’ arrivato il momento di costruire un grande alleanza democratica e di sinistra, se la campagna elettorale ci ha posizionato in modo distante cedendo tutti alle nostre piccole ambizioni, adesso si rende necessario ripartire dal confronto e dallo sforzo di costruire dialoghi e incontri, guardando anche alle novità, a quelle sensibilità che hanno la curiosità di conoscere questo campo e che dobbiamo includere, senza che nessuno assumi paternità.
Il Covid ha segnato e segna ogni giorno le nostre vite, le nostre relazioni, ogni cosa sembra essere più difficile del solito, dobbiamo uscire da questa stanchezza e dall’attesa dell’imprevedibile perché ci sono sfide che hanno bisogno di reazioni forti e di consapevolezze, solo così possiamo ristabilire quella normalità che da anni rivendichiamo".
”
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