“Io sono un magistrato, lei deve tacere”. La maschera è caduta: non è autorevolezza, è autoritarismo. Non è sinistra democratica, è un abuso di ruolo e di tono - ad affermarlo in una stampa Maria Grandinetti, consigliere comunale di Forza Italia a Lamezia Terme.
Durante il confronto televisivo tra i candidati a sindaco di Lamezia Terme, Doris Lo Moro ha pronunciato parole gravissime: “Io sono un magistrato, lei deve tacere”, rivolgendosi con palese disprezzo al candidato del centrodestra Mario Murone. Non paga, ha poi aggiunto: “Quando lo sconfiggerò, gli toglierò anche il saluto”.
Non è solo un momento di nervosismo. È la spia di un atteggiamento politico pericoloso: l’idea che l’autorevolezza derivi dal proprio passato istituzionale e che questo autorizzi a zittire, delegittimare e umiliare l’avversario. È un riflesso autoritario, incompatibile con la cultura democratica e del rispetto che dovrebbe animare ogni candidato, a maggior ragione chi dice di rappresentare il centrosinistra.
Da donna, sono indignata. Da esponente del centrodestra, sono allarmata. Ma da cittadina, sono profondamente preoccupata. Perché quando una candidata reagisce con rabbia e superiorità a una domanda legittima – “Come pensa di governare se non ha la maggioranza?” Mario Murone ha reagito con sobrietà e dignità, senza alzare i toni, pur ricevendo accuse infondate di voler intimidire, solo per aver chiesto chiarezza. La verità è semplice: se Doris Lo Moro dovesse vincere, sarà costretta a cercare voti tra coloro che ha offeso, accusato, delegittimato. E allora la domanda resta: con quale credibilità potrà governare?
La sinistra, quella che si dice popolare e democratica, non può riconoscersi in questo atteggiamento. Non può accettare che una sua candidata si presenti come garante di legalità e, nello stesso tempo, riduca il confronto politico a una sorta di processo sommario, in cui solo lei può parlare e giudicare. E trovo gravissimo che oggi possa accettare di essere rappresentata da chi si comporta come il “marchese del Grillo”: “Io sono io, e voi non siete… niente”. Non si fa politica così. Non si governa così. Non si rappresenta una comunità così.
Reagire con toni esasperati e spropositata arroganza a una domanda legittima non è politica: è prepotenza. Non è fermezza: è supponenza. E di certo non è eleganza, come ama raccontare di sé la stessa Lo Moro.
Mario Murone, invece, ha dimostrato cosa significhi essere davvero un uomo delle istituzioni: ha risposto con rispetto, ha mantenuto la calma, ha difeso la verità senza mai scadere nell’offesa.
Lamezia non ha bisogno di autoritarismo travestito da rigore morale. Ha bisogno di chi sa costruire, non dividere.
Lamezia ha bisogno di Mario Murone.
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