LAMEZIA TERME - Una delegazione del Meetup 5 Stelle Lamezia Terme, composta da Ferdinando Gaetano, Roberto Martello, Giovanna Adamo, Cesare Stranges e Franca A. Isgrò, ha chiesto e ottenuto un incontro con l’amministratore unico della Multiservizi, Eliseo Bevivino. Tante le domande poste, anche alla luce del grave fardello debitorio che ieri ha visto il Tribunale di Lamezia aprire la procedura di concordato preventivo, accettando, quindi, la richiesta presentata dalla partecipata del Comune. «Abbiamo deciso di suddividere i temi trattati nell’incontro con Bevivino - hanno affermato i rappresentanti del Movimento 5Stelle - in una serie di comunicati stampa che, a partire dall’attuale, diffonderemo nell’arco di breve tempo. Tutte le gestioni precedenti hanno portato allo sfascio, tanto d’aver reso necessario il ricorso allo strumento del concordato. In maniera secondo noi poco corretta, l’attuale gestione ha deciso di ricorrere a tale procedura senza attendere le ormai prossime elezioni amministrative che ridaranno alla città una nuova amministrazione comunale democraticamente eletta. Chi subentrerà alla gestione commissariale sarà dunque vincolato per i prossimi cinque anni (il tempo decorre dall’omologa) al rispetto di rigide scelte societarie, nonché a fare i conti con una procedura molto costosa dato che si parla di una cifra base di 600mila euro, che potrebbe anche lievitare fino ad un milione. Da ex gioiellino di questa città la Multiservizi si è via via trasformata in una sua pesante palla al piede. Evidenti le grosse responsabilità di, chi più chi meno, tutti coloro che l’hanno guidata in questi decenni. Colpe non meno gravi le hanno avute i restanti vertici aziendali, ad iniziare dal direttore generale Villella. Si è sempre preferito campare alla giornata, senza alcuna programmazione o strategia aziendale. Né si è stati sufficientemente capaci di riscuotere una corposa parte dei milioni di crediti vantati, tant’è che alcuni sono divenuti oramai inesigibili. Altra evidente pecca il parco lavoratori costantemente sotto utilizzato. Sono infatti ben 270 i soggetti a libro paga della Multiservizi. Un numero più che sufficiente per svolgere sicuramente meglio le multi competenze aziendali. Da considerare poi, per come confermatoci sempre dal dottor Bevivino, che una ventina di dipendenti godono dell’integrazione pensionistica per invalidità e che non hanno perciò alcuna convenienza ad andare anticipatamente in pensione, laddove possibile. Nel concreto, parliamo di lavoratori che allo stipendio base vanno ad aggiungervi fino ad un massimo di altre 600 euro di integrazione erogate dall’Inps. Insomma, il 10% della forza lavoro complessiva non può essere destinata a compiti manuali, ciò che richiedano un certo sforzo fisico, o, ad esempio, alla guida di mezzi. Ci verrebbe spontaneo chiedere come sia stato possibile assumerli qualora fossero già inabili alle mansioni richieste? Chi ha avallato tali scelte oltremodo discutibili? Perché non si è provveduto a facilitare il pre-pensionamento di questi lavoratori a mezzo servizio, o non si è cercato di farli diventare part-time puntando ad un serio accordo sindacale? Una saggia governance aziendale già da qualche anno avrebbe insomma provveduto a far assumere al loro posto (e non in aggiunta com’è stato fatto recentemente) gente giovane, abile e in possesso dei requisiti attitudinali e professionali richiesti».
(A.C.)
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