Si è tenuto presso il Liceo scientifico “Galileo Galilei” di Lamezia Terme il secondo incontro sui “Disturbi del linguaggio e dell’apprendimento”.
Marco Santilli, neuropedagogista clinico, presidente dell’Associazione “La nuova parola”, docente universitario e ideatore della metodologia pedagogica della motricità e delle relazioni verbali è stato protagonista dell’incontro.
Alla conferenza ha presenziato il dirigente scolastico, Teresa Goffredo che ha rivolto i saluti istituzionali e i ringraziamenti per il contributo offerto.
La stessa ha rivolto un ringraziamento ai numerosissimi docenti presenti, "segno - ha sottolineato - di una Scuola attenta e laboriosa che si adopera per il bene dei propri studenti".
La presentazione del relatore, ad opera della professoressa Maria Falvo, docente del "Galilei", ha introdotto subito l’argomento.
Santilli, ha tenuto viva per oltre due ore l’attenzione dei docenti delle scuole dell’ hinterland lametino spiegando il funzionamento dei due emisferi cerebrali, la formazione del linguaggio, l’importanza delle dinamiche relazionali e il ruolo delle insegnanti.
Santilli ha avuto subito modo di parlare ad un'aula gremita e attenta.
"La dislessia appartiene alle persone più sensibili - ha evidenziato - e il problema è la sicurezza e la stima di se stessi. Importantissimo è il ruolo dell’insegnante che non deve mai sottolineare gli errori del ragazzo mentre legge, ma soltanto condividerne i contenuti, con più calma possibile, perché come più volte l’apprendimento è lento”.
Questi ragazzi "sono intelligenti quanto e più degli altri e la loro sensibilità spiccata spesso li porta essere attratti da campi come l’arte e la matematica e come il doversi castrare per non intervenire a scuola, pur conoscendo una valida argomentazione e pur avendo studiato molto, se l’insegnante non lo aiuta ad uscire da questo silenzio fa sì che si perda il loro brillante genio. Bisognerebbe far partecipare il ragazzo il più possibile alla vita scolastica".
Santilli ha altresì evidenziato "come tante volte anche solo per gestire al meglio la lettura basterebbe che l’insegnante leggesse a specchio per aiutare tranquillamente la fluidità della parola. Inoltre il ragazzo deve imparare che il movimento aiuta ,infatti alcuni movimenti sono fondamentali per poter ben calibrare la parte destra del cervello con l’emisfero sinistro, la cosiddetta area di Broca che contiene la sincronicità del movimento delle labbra, fondamentali per l’emissione della voce in maniera cadenzata, quasi come se si dirigesse l’uscita delle parole, come essere un direttore d’orchestra della nostra stessa voce. Tutto ciò si può realizzare usando delle tecniche che rafforzano la sua motricità verbale perché il tempo conduce il linguaggio. Tempo, pazienza, fiducia, sono queste le parole chiave. Un ritorno agli antichi valori e ai metodi di insegnamento che valorizzano la persona e che rispettano la tempistica che ognuno ha nell’ apprendimento ed i valori anche intrinseci che un buon insegnante deve saper individuare. Le frasi chiave “ancora non hai raggiunto quel risultato ma lo raggiungerai” oppure “tu vali di più” devono essere il linguaggio che va utilizzato e che qualunque ragazzo, specialmente se confuso, deve sentirsi rivolgere. Non tutto ciò che può sembrare sul momento una montagna insuperabile si rivela un danno e,al contrario, spesso come nel caso della dislessia e dello sforzo messo nel superarla, rendono il soggetto determinato e risoluto per le cose della vita".
Un incontro davvero coinvolgente che ha appassionato i presenti in un clima di acceso scambio intellettuale.
Il Liceo Scientifico con questo secondo incontro ha messo a segno un punto a favore del buon insegnamento e la sua dirigente favorendo tale formazione ha saputo mostrarsi ancora una volta lungimirante e a favore dei ragazzi.
a.c.
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