“Il Natale è questa grande gioia, nonostante tutto, nonostante il tempo difficile che stiamo tutti quanti vivendo e che raggiunge tutti: me, voi, piccoli, grandi, adulti, giovani, anziani, sofferenti nel corpo e sofferenti nello spirito, uomini e donne delle Istituzioni, uomini e donne degli ospedali”.
Così il vescovo, monsignor Giuseppe Schillaci, nell’omelia della Messa della Notte di Natale celebrata in cattedrale e nel corso della quale ha focalizzato l’attenzione su due termini che ogni cristiano dovrebbe tenere presente: la luce e la gioia.
Partendo dalla prima lettura nella quale si racconta di “un popolo che cammina nelle tenebre che ha visto all’improvviso una grande luce”, monsignor Schillaci, ha evidenziato che, “se volessimo contestualizzare nel momento che stiamo vivendo, quanto vorremmo che questa luce finalmente rifulga! Questa luce che tutti vogliamo intravedere perché possiamo camminare nella luce perché tutti possiamo vedere. Se sappiamo vedere, sappiamo dove andare, dove dirigerci. Allora, invochiamo questa luce che possa finalmente allontanare ogni tenebra ed insieme alla luce la gioia. Questa gioia che si moltiplica, che è rinchiusa, incapsulata, ma si consegna e diventa dono, offerta e, nel momento in cui si sona, si moltiplica. Quando si è capaci di condividere anche il poco che si ha si moltiplica”.
“Doniamoci – ha detto ancora il Vescovo - e nel dono riscopriamo sempre più noi stessi. Un dono che possa raggiungere la vita di molti, di tanti, di tutti. Questa luce e questa gioia per noi non sono realtà effimere, passeggere. Le troviamo incarnate in un volto, in un Bambino. Questo Figlio è per noi, dato a noi, per noi e per la nostra salvezza. Come cristiani non possiamo non entrare in questa ottica che è fondamentale. In questo dono riscopriremo sempre più noi stessi ed in questo dono c’è sempre più la grazia di Dio che porta la salvezza a tutti ed apre il nostro cuore alla bontà, alla pace, alla concordia. Quanto c’è bisogno oggi di pace, di concordia! La pace del Signore che ha dato sé stesso e continua a donarsi per noi se noi ci lasciamo raggiungere da questo dono”.
Quindi, un pensiero a quanti, in queste ore “sono al servizio” di chi soffre, negli ospedali, nelle terapie intensive” a “tutti coloro che si occupano concretamente degli altri. Il Natale – ha proseguito monsignor Schillaci - è questa gioia che raggiunge tutti, soprattutto i più fragili, i più soli. Il Natale del Signore ci raggiunga. Il Natale del Signore non esclude nessuno: è amore. Dio è amore, dice Giovanni nella sua prima lettera. Dio questo amore lo ha voluto dimostrare così, in questo Bimbo, con la sua grande tenerezza, nell’umiltà ed in maniera molto concreta. Lasciamoci istruire da questo Bambino avvolto in fasce, dalla sua piccolezza, dalla sua umiltà. Rinneghiamo i desideri mondani. Scopriamo la vita semplice e sobria. Questo è il Natale che auguriamo alla nostra comunità, a Lamezia Terme, alla Calabria, all’Italia, al mondo intero, in un mondo sempre più umano, sempre più fraterno, più solidale. È questo che osiamo chiedere a questo Bimbo che è nato per noi, per la nostra salvezza”.
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