Si è svolta nella mattinata odierna, in Lamezia Terme, dinanzi al monumento che lo ricorda all’ingresso del Municipio, la commemorazione della Guardia del disciolto Corpo di Pubblica Sicurezza Paolo Diano, caduto nell'adempimento del dovere il 10 agosto 1981 a Bologna.
Il Vicario del Questore della provincia di Catanzaro, Aurelio Montaruli, alla presenza della vedova, Sig.ra Antonietta Folino, della figlia Paola, accompagnata dal marito Raffaele Mazza e dai figli Francesco e Ilenia Fatima, del Commissario Prefettizio della città, dei rappresentanti dell’Anps di Lamezia Terme e Catanzaro, di tutte le Forze dell’Ordine, dei Vigili del Fuoco, delle Forze Armate, nonché di colleghi e cittadini, ha deposto un cuscino di fiori da parte del Capo della Polizia – Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Prefetto Lamberto Giannini, ricordando le circostanze della morte del caduto e sottolineando il valore del servizio prestato e dell’esempio che, con il suo sacrificio, ha consegnato ai colleghi.
Paolo Diano era nato a Nicastro il 23 gennaio 1957, penultimo di otto figli. A gennaio del 1976, a soli 19 anni, si arruola nel disciolto Corpo della Guardie di Pubblica Sicurezza, frequentando la Scuola di Polizia di Trieste; dopo aver prestato giuramento viene assegnato alla Questura di Reggio Emilia. Si distingue per il suo spirito di servizio: inviato in Friuli a seguito del sisma del 1976, riceve un attestato di benemerenza per l'opera prestata a favore della popolazione colpita dalla grave catastrofe. Successivamente viene trasferito alla Questura di Bologna ed assegnato alla Squadra Volante e anche qui si evidenzia per il suo attaccamento al lavoro e lo spirito di sacrificio, un forte senso di appartenenza alla Polizia di Stato e l'orgoglio di svolgere il proprio servizio a favore della collettività.
Il 20 luglio del 1981, durante un’attività mirata a prevenire la commissione di reati, svolta assieme ad un collega di pattugliar la Guardia di P.S. Diano si era fermato sulla corsia d'emergenza della tangenziale si Bologna, nei pressi dello svincolo di San Donato, per controllare un'autovettura sospetta, guidato dal suo spirito d'iniziativa e dalla sua genuina generosità operativa ed incurante dei pericoli derivanti dal particolare contesto operativo; mentre effettuava il controllo veniva, però, investito da un camion che procedeva a velocità sostenuta e che lo travolgeva, ferendolo gravemente.
Trasportato, prima, all'Ospedale Sant'Orsola e poi all'Ospedale Rizzoli, morì tre settimane dopo, il 10 agosto 1981, lasciando la moglie, in attesa di una figlia, che, adesso, porta il suo nome, Paola. È ricordato da tutti coloro che lo hanno conosciuto, familiari, amici, colleghi come un giovane di solidi sentimenti, generoso, altruista, legato agli affetti familiari ed alla sua terra di origine. La commemorazione di oggi ha reso il doveroso e sentito omaggio ad un poliziotto, partito dalla Calabria giovanissimo, che ha sacrificato la sua vita nell'adempimento del dovere.
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