"Con grande, seppur amara soddisfazione il sindacato è riuscito finalmente a ottenere giustizia, concretizzatasi nel decreto n. 6274 del 20.11.2019, attraverso il quale il giudice del Lavoro, Valeria Salatino del Tribunale di Lamezia Terme ha condannato il Comune alla cessazione della condotta antisindacale di cui sopra e al pagamento delle spese pari a 1.400 euro”.
E' quanto si legge in una dichiarazione della Cisl Fp “Magna Graecia”, rappresentata dal segretario regionale Pino Chirumbolo, dal segretario aziendale avvocato Rosamaria Tropea e del reggente Luigi Tallarico che lo scorso 2 luglio aveva convenuto in giudizio il Comune di Lamezia Terme per “denunciare il comportamento antisindacale dell’Ente, in particolare per la mancata convocazione delle organizzazioni sindacali finalizzata alla sottoscrizione del Ccdi per gli anni 2017 e 2018".
“La sentenza nella sua chiarezza - evidenziano - statuisce “che la condotta omissiva serbata dall’ente locale abbia leso le prerogative sindacali, impedendo l’esercizio del diritto a trattare relativamente ad istituti e materie di particolare interesse per il personale dell’ente e, quindi, minando la rappresentatività dell’organizzazione agli occhi degli iscritti”. Si consideri che quelli in oggetto sono dei Ccdi relativi alle annualità 2017 e 2018, mentre sta già volgendo al termine il 2019. Ciò comporta grandi e gravi malcontenti da parte dei lavoratori che, dopo aver erogato prestazioni lavorative, a distanza di anni sono vittime di mancata retribuzione per le stesse in quanto l’Ente fa appello a norme pregresse che impedirebbero la corresponsione di tali somme. Si tratta di contrattazioni a consuntivo (particolare responsabilità, produttività, piano stadio etc…) di cui il Comune ha già beneficiato. Ciò comporta che l’unica strada che il lavoratore possa imboccare sia quella giudiziale, per difendere e tutelare i propri diritti. Noi della Cisl siamo da sempre impegnati ad accompagnare i nostri tesserati in questo percorso, ma nel biennio di commissione straordinaria, benché la terna possedesse in capo tutti i poteri più ampi, le ha completamente disattese e ignorate non vigilando e non imponendo a chi di dovere il rispetto dei vincoli di legge. Fallimentare è stato anche il tentativo di conciliazione dinanzi al prefetto di Catanzaro, tant’è che ora, preso atto del giudicato e, in virtù di tutte le ulteriori situazioni che continuano a non essere affrontate e risolte, con evidenti omissioni, saremo costretti a investire della situazione autorità superiore quali la Corte dei Conti e, probabilmente, la Procura della Repubblica. La Cisl inoltre, come il successo ottenuto sia di rilevante importanza dal punto di vista giuridico e di difficile ottenimento, in quanto richiede particolari requisiti e particolari dimostrazioni in corso di causa”. (a.c.)
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