LAMEZIA TERME - Tiene banco il dibattito sulla situazione finanziaria al Comune di Lamezia Terme. Se ne parla nei bar, nei luoghi di passeggio e c'è chi, come il movimento "Lamezia bene comune" ha sollecitato un'interrogazione parlamentare che è stata "intercettata" dall'onorevole Ernesto Magorno del Pd e con la quale si chiede la ministro dell'Interno “quali iniziative intenda assumere per scongiurare il dissesto finanziario del Comune di Lamezia Terme e, in particolare, nel limite e nell’ambito delle prerogative attribuite alla gestione commissariale, in merito all’incidenza debitoria della Lamezia Multiservizi e per evitare che si possano determinare situazioni di criticità anche dal punto di vista ambientale e sanitario”.
Nell’interrogazione si fa riferimento alla situazione della società partecipata Multiservizi evidenziando come “a seguito delle difficoltà gestionali per incassare i corrispettivi economici del servizio idrico dai privati, e per i mancati incassi dovuti alle situazioni di dissesto in cui versano molti Comuni, serviti anch’essi dal servizio di raccolta e smaltimento fornito dalla Lamezia Multiservizi, la società pubblica, con capitale pari al 90 per cento in capo al Comune di Lamezia Terme, si è trovata in una situazione debitoria talmente grave che allo stato appare di difficile soluzione, mettendo a serio rischio il posto di lavoro di centinaia di lavoratori, oltre a creare un possibile disservizio che potrebbe avere per la città ed il suo hinterland gravi ripercussioni ambientali e sul piano della salute. La situazione debitoria verso la società Lamezia Multiservizi ammonta a 21 milioni di euro, di cui soltanto 1 milione a carico del Comune di Lamezia Terme; nonostante questa disparità nel rapporto sulla totalità del debito, il Comune, in qualità di ente capofila con capitale pubblico al 90 per cento, deve rispondere della situazione debitoria per tutta la parte afferente il debito anche se contratto da altri soggetti. L’avvio della procedura di concordato preventivo richiesta dalla società comporterebbe l’obbligo, da parte del Comune di Lamezia Terme, di prevedere nel proprio bilancio una quota pari alla sua partecipazione alla società, di 19 milioni di euro, come fondo di accantonamento, oltre alla somma da corrispondere a proprio carico; per il Comune tale cifra non è sostenibile e questo comporterebbe come conseguenza il dissesto finanziario in assenza di qualsiasi possibilità di coprire la spesa corrente con le disponibilità residua”.
Il movimento rivolge un appello a tutti i parlamentari della città perché la situazione venga costantemente attenzionata e si faccia di tutto per scongiurare un eventuale dissesto finanziario del nostro Comune.
a.c.
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