L’amore per la propria terra e una vita “controtendenza”. L’attività del calabrese Massimiliano Lepera racconta le sue radici

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images L’amore per la propria terra e una vita “controtendenza”. L’attività del calabrese Massimiliano Lepera racconta le sue radici

  07 novembre 2021 17:18

La tendenza degli ultimi decenni ad andar via dalla propria terra, da parte di tantissimi giovani, in particolar modo del Meridione, facendo integralmente (e spesso volontariamente) parte di quel flusso migratorio che non pare trovare via d’arresto alcuna, tuttavia incontra qualche (rara) volta delle controtendenze anticonvenzionali – che qualcuno definirebbe anche “rischiose”: restare. L’attività, pubblica e privata, del giovane calabrese Massimiliano Lepera, classe ’91, racconta proprio questo: da anni ormai, il “temerario” docente di latino e greco rimasto in Calabria non smette di raccontare, con tenace resilienza e attaccamento alle proprie radici, quanto sia importante la sua terra e quanto sia importante viverla dall’interno non soltanto per apprezzarla – basterebbe essere turisti di passaggio per far ciò – ma soprattutto per comprenderla, per capirla, per incamerarne i meccanismi più profondi e le contraddizioni più recondite e, nonostante tutto, amarla e restarci. Sì, perché un conto è restare continuando a vivere passivamente e per conto proprio, lasciando che tutto il resto scorra in un convenzionale e trito “panta rei”, un altro è immergersi, anima e corpo, quotidianamente, nella realtà e cercare di raccontarla in tutti i modi, sotto ogni forma e in tutte le sfumature possibili. Lepera infatti, docente di Lettere Antiche per professione da circa 8 anni – uno dei tanti esempi di vita professionale in controtendenza, cercata e ottenuta ostinatamente nella provincia in cui vive, anziché altrove – e giornalista pubblicista già attivo per diverse testate e attualmente impegnato in rubriche di cultura, approfondimenti e attualità, non si “limita” al proprio lavoro per dimostrare il suo attaccamento alla Calabria e alle radici, ma, esempio costante di una vita in “controtendenza” rispetto a tantissimi dei suoi amici e coetanei andati via, spazia nei più svariati campi dell’arte, della cultura e della musica per rappresentare al meglio le bellezze dei posti a lui più cari. Lui che, trascorsi diversi anni altrove, tra la Toscana e la Germania, per studio, specializzazioni e formazione a tutto tondo, è rientrato in Calabria nel 2015, da quel momento non ha più smesso di dedicarsi anima e cuore alla propria terra, apprezzandone le peculiarità e le virtù proprio in conseguenza del suo “flusso migratorio” da studente. L’attività di poeta e scrittore, che consta di oltre 40 pubblicazioni tra romanzi, saggi, racconti, poesie, aforismi e antologie, è soltanto una delle tante dimostrazioni di ciò: il suo primo romanzo, il giallo intitolato “Il testimone di Colonia” (attualmente in seconda edizione, settembre 2021), trova la sua ambientazione finale tra Catanzaro e la Sila; il suo terzo romanzo, lo storico intitolato “Il cuore e il pugnale. Clemenza di Catanzaro e il Meridione normanno” (2016), non è altro che un racconto inedito della Calabria del XII secolo, nel cuore del Medioevo normanno, rivisitata attraverso la figura della contessa Clemenza e degli avvenimenti burrascosi di quel periodo. Quest’opera ha riscosso così tanti successi da proiettare la storia narrata su La Repubblica, Rai 3, nonché in manifestazioni importanti a livello regionale e nazionale, quali Magna Graecia Film Festival, Tropea Festival, Gutenberg, Libriamoci e Milano Book City, oltre a essere in procinto di giungere, prossimamente, sul palco come rappresentazione teatrale.

La serie di opere e pubblicazioni, a cui si accompagnano poesie di grande interesse (“A mala Calabria”, Premio Giovani Promesse all’Internazionale Michelangelo Buonarroti; “Paradiso infernale”, racconto degli incendi recenti che hanno colpito la nostra regione) e numerosi premi e riconoscimenti in tutta Italia (ultimo di una lunga serie, il Premio Lucio Dalla per la Letteratura ottenuto a Roma, giugno 2021; ma anche la Segnalazione Speciale al Premio Alda Merini, 2015, e il Premio Poeta dell’Anno a Milano, 2019), non è altro che la rappresentazione continua e tenace dello stretto legame di Lepera con il suo territorio. Legame che, infittitosi e incrementatosi soprattutto nel corso della recente pandemia (molti i video e le opere di sensibilizzazione al riguardo: si pensi al videoclip del singolo “Assembramenti”, 2020), lo ha portato a impegnarsi, attraverso la propria attività culturale, nel sociale con donazioni ed elargizioni a istituti scolastici, ospedalieri e penitenziari, per diffondere i sani valori in un periodo delicato ma soprattutto per dimostrare vicinanza e attaccamento alle fasce più deboli e colpite dalla pandemia. Un impegno che, continuando incessantemente nel tempo, comprende anche la musica: tutta la produzione musicale di Lepera, a partire dal primo disco “Nessuno è perfetto” (2017), presenta canzoni e videoclip rigorosamente ambientati non solo nella sua provincia di Catanzaro, ma in tutta la Calabria: Catanzaro, Cosenza, Crotone, Soverato, Reggio Calabria, Le Castella, Santa Severina, Squillace, Roccelletta, Copanello sono solo alcuni dei numerosi sfondi paesaggistici, architettonici e artistici dei suoi video. Ultimo esempio di ciò è il videoclip uscito quest’estate del singolo “Vento in faccia”, ambientato a Tropea per omaggiarla in quanto vincitrice del concorso Borgo dei Borghi 2021. A cui seguirà, tra non molto, un nuovo videoclip musicale su tutta la provincia di Catanzaro, dal titolo “Musicalabria”, atto a promuovere tutte le bellezze storiche, architettoniche, naturali e paesaggistiche della propria terra. Infine, Lepera, pur nella sua giovane età, dopo un estenuante lavoro di oltre un anno, immerso nella ricerca e nello studio in piena pandemia, proietta se stesso e la Calabria verso un nuovo traguardo: primo e unico giovanissimo autore calabrese, per Zanichelli (2021), di un versionario bilingue di latino e greco, adottato nei Licei Classici di tutta Italia e comprendente, in circa mille pagine, grammatica, civiltà, letteratura, versioni, esercizi e prove d’esame delle due lingue che il docente ritiene tutt’altro che morte e, anzi, latrici di quei grandi valori di civiltà e umanità che noi tutti, oggigiorno, dovremmo respirare con forza. Una vita in controtendenza, insomma, che, profusa con forza e dedizione nell’amore per lo studio, l’arte, la cultura, la musica e la propria terra, spera di continuare a ottenere sempre il sostegno, la collaborazione e la sinergia dei propri concittadini e della compagine socio-politica della regione per sfatare, una volta per tutte, il proverbio latino (a lui tanto caro) del “nemo propheta in patria”, valorizzando chi, al contrario, come lui, ha deciso di restare e donarsi a 360° e senza fini di lucro.

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