di MARIA PRIMERANO
L’Amore. Cos’è? Metti una sera un pianoforte che è il principe degli strumenti musicali. Metti accanto un violino che è l’arma della seduzione e del diavolo. Aggiungi poi una viola ed ecco che la testa non ragiona più e a prendere il suo posto è il cuore. Armonia messaggia Amore.
La XX edizione del Festival d’Autunno, patron Antonietta Santacroce, dedica una serata – Les chemins de l’Amour – nel Chiostro San Giovanni al tema Amore, in uno spazio di tempo, come un viaggio, che va dal 1800 a oggi.
Protagonista il trio Fonè con Giovanni Mazzuca al pianoforte, Giuseppe Arnaboldi al violino, Sabina Fedele alla viola, che ha proposto un programma con pagine di autori diversi , da Verdi a Schubert, da Poulenc a Gershwin, da Piazzolla a Rota a Elthon Iohn, quindi dal Romanticismo ai giorni nostri, in trascrizioni per il Trio a opera di Mazzuca stesso, accompagnate da versi di Saffo, Byron, Neruda, Prevert, Carver, Montale e letti da Franco Migliaccio. Valzer, Milonga, Lied, Polka sono allora le diverse forme ritmiche che cantano Amore in una varietà di sfumature: sensuale, romantico, malinconico, giocoso, passionale. C’è posto anche per Vorrei che fosse amore, la celebre sigla di B. Canfora da Canzonissima del 1968 cantata da Mina e per Perché no cantata da Battisti.
In questa declinazione di Amor in tutte le salse non si è dimenticato Vinicio Capossela in Coss’è l’amor. Che cos'è l'amor/Chiedilo al vento/ Che sferza il suo lamento sulla ghiaia/canta il testo. Il pubblico ha molto gradito e sicuramente Catanzaro - città del vento- ha smascherato, grazie alla concordanza di affetti e alla verve dei musicisti e grazie al vento, Amor.
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