“La vocazione turistica di Catanzaro rappresenta un argomento sempre attuale, del quale da decenni ormai si discute, senza realmente mai affrontarlo e pianificarlo per come meriterebbe”.
Lo afferma Domenico Costa dell’associazione Art Calabria.
“La città di Catanzaro, posizionata al centro delle Calabrie, è facilmente raggiungibile, vista anche la vicinanza con l’aeroporto internazionale di Lamezia Terme e con lo snodo ferroviario e autostradale e, grazie al suo patrimonio culturale, naturalistico ed enogastronomico, potrebbe rappresentare una meta turistica molto ambita.
Diverse le tematiche che dovrebbero essere affrontate. Sotto gli occhi di tutti è la carenza di infrastrutture turistiche, in primis il porto che si aspetta da troppo tempo, ma che a tutt’oggi rimane ancora una delle grandi opere incompiute (speriamo che l’annunciata ripresa dei lavori non sia il solito spot preelettorale).
Il secondo, la carenza di strutture ricettive, come villaggi, alberghi, camping, luoghi di divertimento. Difatti le attuali strutture presenti in Città non garantiscono in alcun modoadeguata ospitalità per un auspicabile boom turistico (a cominciare da quello culturale e congressuale).
Elemento fondamentale è creare, sviluppare ed innovare il concetto di rete. Rete fra le varie strutture alberghiere dell’intero comprensorio, con parchi archeologici, siti culturali, musei, pro loco, locali notturni, ecc. Un concetto di rete molto più ampio che potrebbe far competere a tutti gli effetti la nostra Città e l’interaRegione almeno con le altre realtà turistiche presenti sul territorio nazionale.
Proprio per la posizione strategica di Catanzaro, e collegando a questa un concetto di rete ristretto al solo territorio provinciale, un turista riuscirebbe a soggiornarvi piacevolmente, tenendo conto che la permanenza media, in realtà come la nostra, non supera i due/tre giorni.
A Catanzaro c’è tanto da visitare, ciò che rimane del centro storico (Largo Prigioni, Coculi, Grecia, la torre normanna, porta S.Agostino, le numerose Chiese), il parco della biodiversità, il complesso monumentale del San Giovanni, i vari musei, il teatro Politeama e poi il parco archeologico Scolacium, le vasche di Cassiodoro, le splendide località balneari della costa, il parco nazionale della Sila, il caratteristico Villaggio Mancuso, la vicina riserva di Valli Cupe (Sersale), Tirivolo (dove si può respirare l’aria più pulita d’Europa), Le Castella, i caratteristici borghi (Squillace, Tiriolo, Taverna, solo per citarne alcuni). Non volendo soffermarci solamente alla nostra provincia, e volendo sfruttare al massimo la posizione centrale di Catanzaro, nell’istmo più stretto d’Italia, basterebbe potenziare e creare nuovi collegamenti con le aree circostanti.
Inoltre essendo la Sila “a due passi”, sarebbe indispensabile riaprire e riorganizzare l’impianto sciistico di Ciricilla, ormai da troppo tempo abbandonato e lasciato all’incuria ed all’indifferenza generale. Riaprire Ciricilla garantirebbe sicuramente una crescita economica della Sila catanzarese, soprattutto se accompagnata anche dalla ristrutturazione dell’Albergo delle Fate, storica struttura purtroppo malinconicamente abbandonata ed incustodita.
Le aree di sviluppo della Città ormai sono chiare a tutti. Il quartiere marinaro e Germaneto offrono delle possibilità di sviluppo enormi. Germaneto perché facilmente raggiungibile da tutti gli altri quartieri, con la presenza dell’Università, del mercato agroalimentare e della cittadella regionale che continueranno a favorire il suo sviluppo. In più, i Comuni limitrofi dovrebbero aprire un costante dialogo con il Capoluogo di Regione così da creare un unico e grande tessuto urbano.
Il quartiere di Giovino e la località Bellino che, permettetemi di dire, non possono essere nuovamente merce di scambio tra palazzinari ed amministrazioni locali. Giovino deve essere un’area interamente dedicata allo sviluppo turistico, con la creazioni di villaggi, camping ed hotels, quest’ultimi possibilmente sviluppati in altezza così da poter limitare l’uso delle aree verdi. In attesa del Museo del Mare si potrebbe creare un parco acquatico ed,all’interno della pineta, un parco avventura. Andrebbe creata anche un’area spettacoli stile Parco Gondar a Gallipoli a ridosso del mare, così da poter riservare ai giovani uno spazio sicuro per il divertimento. Oltre al concetto di rete, servirebbe incrementare la comunicazione e la programmazione.
Per quanto riguarda il centro storico della Città, c’è poco da dire, perché negli anni distrutto ed impoverito della sua gloriosa storia. Poco rimane della Magnifica et Fidelissima di Carlo V. Fatto sta che il centro storico di Catanzaro dispone tutt’ora di molte strutture importanti. Ed allora per valorizzarlo e renderlo ancora vivo basterebbe incrementare ancor di più le iniziative culturali favorendo questo tipo di turismo che in altre parti del mondo funziona ed attira moltissime persone. La gente ha ancora voglia di cultura, ha ancora voglia di apprendere e di migliorarsi, anche divertendosi. Se amiamo veramente la nostra Catanzaro, proviamo a cambiare una volta per tutte le cose. Altro tassello fondamentale per la crescita socio-economica sarebbe potenziare il collegamento tra Catanzaro e Lamezia Terme e rendere quest’area territoriale facilmente e velocemente fruibile”.
“Allargando un attimo gli orizzonti, e volendo parlare di Calabria, mi viene in mente la Sila Grande con la possibilità di creare un grande comprensorio sciistico tra Lorica e Camigliatello e, arrivando in Aspromonte, precisamente a Gambarie, credo non ci sia cosa più bella che sciare guardando lo Stretto di Messina. Il problema anche qui è la scarsa organizzazione e comunicazione tra le varie, pochissime, stazioni sciistiche.
Per esempio- continua Costa- raccontandovi la mia esperienza personale, allorquando qualche anno fa trascorsi una settimana bianca a Bardonecchia, ricordo che ogni giorno si poteva scegliere se passare la classica giornata sulla neve, oppure visitare le vicine località, partecipare a fiere e sagre di ogni genere, conoscere le numerose attrattive turistiche-culturali presenti nel comprensorio, tramite quel concetto di rete che, purtroppo, in Calabria è completamente assente. Un altro motivo affascinante a disposizione della nostra montagna potrebbe essere il treno della Sila, da Moccone a San Nicola, molto caratteristico perché ancora a vapore, ed anche qui potrebbe tornare utile pensare al trenino rosso delle Ferrovie del Bernina,che collega Tirano con Saint Moritz, che è patrimoniodell’umanità dell’Unesco. Torniamo sempre allo stesso discorso, bisognerebbe valorizzare ciò che di buono già si ha. Oltre al concetto di rete, servirebbe incrementare la comunicazione e la programmazione. Infatti, escludendo qualche sporadico spottelevisivo, non si ravvisa una forte spinta comunicativa tesa a far conoscere veramente la nostra Regione, per non dire Catanzaro.Bisognerebbe smetterla di gettare fango sulla nostra terra ed incominciare a spargere una voce positiva che servirebbe perlomeno ad incoraggiare azioni positive.
Nel periodo estivo si organizzano tante iniziative culturali ed enogastronomiche che già da sole incrementano l’offerta turistica. Solo a titolo di esempio si possono citare vari festival: Armonie d’Arte, Magna Graecia Film Festival, Gnam, Summer Arena, Festival Internazionale R. Leoncavallo, Guarimba, Altrove, Tarantella Festival, insieme a tantissime altre iniziative con le quali si promuovono le delizie enogastronomiche, accompagnatedalla bellezza del nostro territorio. Anche qui si riscontrano problemi a livello organizzativo, causati dal cattivo funzionamento dei bandi a livello regionale, che non danno la possibilità agli organizzatori di poter preparare e sponsorizzare al meglio queste iniziative, in quanto le scarse risorse economiche sono disponibili solo dopo l’effettuazione delle manifestazioni ed i tempi di istruttoria delle pratiche, ed i relativi esiti, si prolungano sino a qualche giorno prima dell’avvio, rendendo così estremamente difficoltosa la necessaria programmazione.
Tornando alla nostra amata Catanzaro, voglio concludere citando George Gissing, il grande scrittore inglese, il quale all’inizio del secolo scorso, così scriveva:
“Era il tramonto quando scesi a Marina, e mentre aspettavo il treno secondario, i miei occhi godettero una festa di colori che mi fece dimenticare il malessere della stanchezza. Tutt'intorno erano aranceti, i più belli che abbia mai visto, e sulla massa compatta dello scuro fogliame, gremito di frutti quasi maturi, si effondeva lo splendore del cielo occidentale. Era un quadro insuperabile nella ricchezza dei toni; il denso fogliame, del verde più intenso e più caldo, brillava e lampeggiava, con una magnificenza accresciuta dal riverbero delle innumerevoli sfere d'oro che lo ornavano. Al di là, il mare incantato, rosso e violaceo, mentre il sole splendeva all'orizzonte che si faceva indistinto. A levante, al disopra dei contrafforti della Sila, era una luna quasi piena, gialla come le foglie autunnali, in un cielo leggermente rosato. Nella mia geografia sta scritto che fra Catanzaro e il mare si trovano i giardini delle Esperidi”.
Ed allora forse dovremmo ritrovare questi giardini delle Esperidi, riscoprire la bellezza del nostro territorio, recuperare l’arte della seta, valorizzare i prodotti tipici, farli conoscere e mettere assieme il turismo sostenibile, culturale ed enogastronomico, eliminando sterili lamentele ed impegnandoci a rilanciare l’immagine della nostra Città. Solo facendo rete, magari un giorno, potremmo competere con le altre realtà e far ancora valere l’immortale lode che Leonida Repaci dedicò all’estremo lembo della penisola italica”.
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