L'appello di Taverniti ai nuovi europarlamentari: "Salviamo le api"

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images L'appello di Taverniti ai nuovi europarlamentari: "Salviamo le api"

  15 giugno 2024 21:13

di GIANPIERO TAVERNITI 

Continuano i vari appelli che le associazioni di categoria, i singoli apicoltori e le associazioni ambientalistiche ogni mese vengono compiuti. Le stesse associazioni di categoria, nei vari report, continuano a segnalare cali incredibili riguardandi questo importante mondo , chiamato apicoltura.Giusto cali, visto che la stessa ape e' la "sentinella prima" del nostro ecosistema, stessa sentinella che viene colpita da tanti rischi che ne conseguono una continua moria e cali vertiginosi di produzione di dolce prodotto italiano.

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Ci dobbiamo addentrare in questo mondo, avendolo conosciuto e vissuto in altri periodi della vita, quando le uniche minacce alle api erano la varroasi, la peste americana e insetti più grandi che le uccidevano per nutrirsi.

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Oggi, invece le stesse sono minacciate da problematiche più serie, quelle derivanti dall'inquinamento acustico, dall'uso dei pesticidi selvaggi in agricoltura e dal minaccioso cambiamento climatico. Nello scorso anno la riduzione della produzione, e' calata in maniera vertiginosa, nei vari report settoriali ONM (Osservatorio Nazionale del Miele), nella scorsa stagione  la produzione e' calata dalle 25000 tonellate del 2022 alle 23000 del 2023, un calo preoccupante al pari della moria di tantissimi alveari per la penisola e tantissimi apicoltori colpiti e danneggiati economicamente e non solo da queste conseguenze devastanti del cambiamento climatico.

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Quando trascorri, una giornata con un apicoltore amico, sovvengono dei ricordi indelebili d'infanzia , quando nonno Leonardo, vedendo una cella reale quasi aperta, mi diceva "" passami un filo d'erba secco, ti faccio assaggiare la pappa reale pura ". Eravamo estasiati , eravamo sorpresi assaggiavamo quel milligrammo di purezza , biologica al 100% che ci dava quella carica per continuare nella smielatura e allo stesso tempo, non ci faceva sentire il bruciore derivato dalla puntura di qualche ape sulle mani, che ci donava del suo veleno anti-reumatico che alla fine sapeva di nobile regalo, visto che la stessa sacrificava la sua vita per difendere il suo dolce bottino nelle arnie.

Un mondo importante , un'indotto importante che si collega a diversi settori produttivi, ma allo stesso tempo oggi un mondo debole e colpito da tanti criticità, che ne conseguono a una riduzione di produzione , quindi a un obbligato import dal sud America, dalla Cina e dai paesi balcanici, a prezzi molto bassi che non ci danno sempre le dovute e legittime sicurezze della produzione e dell'utilizzo di medicinali biologici per curarle da vari insetti dannosi.

Logicamente se comperare un kilo di miele ai nostri importatori in Argentina costa 1.60 euro , mentre in Italia a trovarlo in quantità importanti si procura a 4.60 al kg, di sicuro ai commercianti del settore non conviene comperarlo in Italia e all'apicoltore che ancora lo produce in maniera responsabile di sicuro questi mercati esteri non controllati e regolati lo spazzano come un fuscello d'erba, spinto dal vento della "globalizzazione parassitaria".

Le ormai obsolete quote UE extra comunitarie andrebbero ritrattate, perchè negli  agrumi, nell'olio e nelle olive,  non hanno mai favorito la produzione interna di ogni stato membro, ma hanno sempre garantito la comanda estera a prezzi bassi e con discutibile qualità, disincentivando di fatto i nostri piccoli e medi produttori che preferiscono non produrre o nel caso degli agrumi, mandarle a macero o a fertilizzare le proprie terre. Siamo freschi di elezioni europee, sono stati eletti i nostri rappresentanti che a breve dovranno occuparsi di tante problematiche, chi avrà il nobile compito di mettere uno scudo in difesa dell'apicoltura, dell'agricoltura italiana e se non vogliamo dimenticare nessuno e del mondo della pesca che un tempo erano settori produttivi che producevano economia attive nel PIL della nostra penisola?

Occorre stringere le maglie della rete nell'import e incentivare la produzione interna, solo cosi avremo l' utile e il dilettevole come si suol dire, che nel caso specifico saranno gli ultili e le economie derivate e parafrasando un dulcis in fundo cosi facendo avremo la cura e la tutela del territorio e dell'ambiente, avendo sempre più miliardi di sentinelle, vere influencer dei fiori nei nostri agrumeti che con la loro impollinazione naturale  rafforzano le stesse  aumentando di fatto la produzione. Se sarà dolce il miele e sicuro, di certo non dipenderà dalle laboriose api, ma di sicuro da chi si siederà sugli scranni importanti europei, con la speranza che non continuino a  indossare la maschera dell'indifferenza, perchè quella dell'interesse per la propria terra  ancora per poco la indosseranno gli apicoltori nelle varie operazioni di smielitura che in questo periodo attivamente compiono. 

Ad majora a tutti.

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