Chiusura di settimana tutta calabrese per il presidente nazionale dell’Arci che dopo la tappa cosentina di giovedì, ieri è sbarcato nel capoluogo di regione accolto dal presidente regionale Beppe Apostoliti e da una folta rappresentanza dei circoli calabresi. «Molte d’altronde le cose ancora da fare» come ha voluto sottolineare Apostoliti, un leader regionale convinto che «la Calabria non sia una regione normale». Tante le criticità elencate in una terra complicata, ma l’Arci non si ferma e ieri ha dato prova di voler ripartire da un gruppo dirigente nuovo e all’altezza di un futuro da agguantare di corsa passando da ambiente, cultura e missioni da sempre insite nell’indole di un’associazione, l’Arci appunto, che - Apostoliti l’ha detto senza filtri - «in Calabria è ormai l’unico baluardo di democrazia e partecipazione», l’unica vera associazione di promozione strutturata». Da qui input lanciato da un presidente regionale concentrato sul Terzo settore e sulla necessità di recuperare i ritardi per incidere su «una politica sorda».
Sullo sfondo pure una visione dell’accoglienza che non coincide con quella regionale. L’unione però fa la forza ed è anche per questo che l’assemblea di ieri ha portato a Catanzaro Peppe Fanti, il neoeletto leader reggino dell’Arci già al lavoro per rafforzare un’aria nuova che sa di «unità concreta e di spinta sui diritti civili». Potenziare i servizi l’obiettivo dell’establishment Reggino concentrato sulla quotidianità al punto da sognare un progetto ad hoc per «dare alla Calabria un polo culturale». A fare da leva pure lo sbarco dell’Arci all’Unical nel nome di un fermento cosentino che ieri, attraverso la consapevolezza del presidente Silvio Cilento, ha portato a Catanzaro una voglia di ingranare la quarta condivisa anche a Crotone come ha lasciato emergere il presidente Francesco Perri.
E il sostegno dei vertici nazionali c’è come dimostrato ieri dal leader Daniele Lorenzi sbarcato a Catanzaro anche per fare dei «circoli un’arma di stimolo rivolta ai partiti per coinvolgere la popolazione sulle grandi questioni». Stare sul pezzo è dunque la mission Lorenzi, un presidente deciso a «rafforzare le realtà regionali» al punto da immaginare già un appuntamento che nei prossimi mesi porterà l’Arci a Napoli proprio per fare il punto sulle potenzialità del Mezzogiorno. Sulla stessa lunghezza d’onda Walter Massa, il volto ligure dell’Arci nazionale che si occupa di organizzazione e che ieri a Catanzaro ha gettato le basi di una ripartenza che passa anche dalla fine dello stato di emergenza. «Ripensare l’Arci» è il sogno di chi nell’associazionismo crede per ridare sfogo a una socialità da rilanciare. Ecco perché Massa ha messo al centro i bisogni della gente convinto com’è che «circoli e progetti debbano andare a braccetto anche per superare una precarietà organizzativa» che pesa, ma non soffoca il sogno di «un circolo Arci in ogni comune». Tutto senza perdere di vista una sfida che in Calabria passa anche dalla sinergia con i Centri servizi al volontariato. All’incontro ha, in effetti, preso parte pure il presidente del Csv Calabria Centro, Guglielmo Merazzi. Il ruolo di sintesi è però toccato a Filippo Sestito, il dirigente calabrese e nazionale dell’Arci che ha, in qualche modo, traghettato le sorti dell’incontro su temi squisitamente pratici.
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