di MARCO VALLONE
Unire Catanzaro e Lamezia Terme in un asse unico, perché da soli non si va da nessuna parte. Con i meri campanilismi, nei quali ognuno pensasse solo a coltivare il proprio esclusivo interesse, non si va lontani.
Questo al centro dell'incontro che si è tenuto ieri pomeriggio a Catanzaro, nel centro di aggregazione giovanile in via Fontana Vecchia. Presenti all'incontro, aperto a tutti e al mondo del terzo settore in particolare, il segretario del nuovo CDU Mario Tassone (tra le altre cose,
ex viceministro delle infrastrutture e dei trasporti nei governi Berlusconi II e Berlusconi III), il
componente del direttivo del movimento per l'area urbana Catanzaro – Lamezia Terme Guglielmo
Merazzi, per il Centro Calabrese di Solidarietà ETS Isolina Mantelli e poi ancora il Presidente della Cooperativa Zarapoti, Ampelio Anfosso.
“Come si inserisce la nostra iniziativa, che serve l'area Lamezia – Catanzaro, in tutto il mondo del
terzo settore? Innanzitutto il riferimento a Lamezia e Catanzaro è un riferimento in movimento, non
c'è un obiettivo territoriale definito”. Inizia così l'intervento di Mario Tassone, che poi prosegue: “ E' lo strumento per poter allargare, per poter essere un momento di riferimento per tutta un'area
regionale. Altrimenti tenderemmo alle piccole storie di ogni giorno, alle piccole storie del passato
che non hanno portato né ricchezze interiori né soprattutto soluzioni ai problemi che noi avevamo.
C'è una legge del terzo settore, venuta fuori attraverso una serie di sofferenze e di rivisitazioni, e c'è ancora un'area di imperfezione rispetto agli obiettivi che si erano prefigurati sia le forze sociali, sia i soggetti del terzo settore, sia le forze della cultura. Perché il terzo settore è un fatto culturale. E questa nostra area è soprattutto un fatto culturale: non avrebbe significato mettere su questo dato e questo aspetto, che è stato messo su da Pierino Amato che non finirò mai di ringraziare con grande affetto perché mi ha coinvolto, per fare un elenco delle cose che non sono state fatte nel passato, delle insufficienze del presente, delle lacune che si sono manifestate via via nel tempo e delle zone d'ombra che ancora permangono per intero in questa nostra vita, in questa nostra azione".
Si è riferito poi ad un intervento posto in precedenza da Guglielmo Merazzi, il quale faceva
riferimento al fatto che “ad esempio, da 50 anni l'università è priva di collegamento stabile su ferro,
e ciò non può ancora essere prorogato. Si discute di piani urbanistici, di piano regolatore, ma se ci
avessimo pensato prima non pensate che l'università sarebbe cresciuta meglio? “ Ed ancora “40 anni fa ero giovane e m'incuriosiva il porto a Lido, avevo grande entusiasmo parlandone col sindaco e pensavo che saremmo andati avanti rapidissimamente. Ancora non lo abbiamo, ma ci
sarebbe stato un mutamento economico e cittadino se lo avessimo fatto. La città avrebbe capito
intanto di essere una città di mare, cosa che non avviene sempre”. Sotto questo profilo, definendo
l'intervento di Merazzi come “pregevole”, Tassone si è riferito all'esempio relativo al porto come
quello di una costruzione di un'opera pubblica in una zona nella quale essa non doveva sorgere e al suo tentativo, in qualità di viceministro, dunque di far cambiare la zona di costruzione, che però ci si era fissati che dovesse sorgere per forza lì dove si trova.
La “fissazione” sarebbe stata dovuta proprio alla “cultura del campanile, della zona e del territorio, priva di una cultura complessiva e generale che possa far prevalere e dare una visione d'insieme e non una visione particolare”. Ha proseguito poi il segretario del nuovo CDU: “Detto questo, tornando al discorso iniziale, come si inserisce questo dato? Si inserisce in un momento di depressione. C'è una creatività dell'uomo, e l'uomo sta perdendo una sua rappresentanza. E' un dato che manifesta una crisi profonda. Quando non c'è più un parlamento, quando non ci sono più i movimenti sindacali, quando non ci sono le associazioni di categoria che nel tempo hanno portato avanti delle battaglie di civiltà e di conquista, il terzo settore oggi che cos'è? Soltanto una sussidiarietà? Dove non può arrivare lo Stato arriva il terzo settore? E' vantaggioso per lo Stato, la sussidiarietà di un servizio strumentale, dove i diritti e gli interessi permangono altrove”. “Il terzo settore è un fatto culturale” - insiste Tassone- “e se non c'è un fatto culturale noi saremo condizionati dal tecnicismo e dai tecnici, che imporranno le proprie visioni personali, e le scelte saranno fatte in base a visioni personali e tecnicistiche. E si perde ovviamente quello che è l'elemento umano, la volontà umana di portare avanti un progetto. Questo aspetto è importante.
Bisogna riprendere il gusto della partecipazione del coinvolgimento, della solidarietà. E in fondo il terzo settore nasce dalla solidarietà, dall'umanità, che è il grande motore
che spinge il terzo settore a essere un momento di sussidiarietà, di sostituzione o di supplenza. Ci
siamo commossi quando Catanzaro diventava capoluogo di regione, ma nessuno s'interrogava dopo su cosa significasse essere capoluogo di regione, perché è mancato il momento culturale all'interno della nostra regione. In questo nostro Paese vincono ancora gli interessi del più forte, gli interessi di chi ha capitale, di chi ha potere. Molte volte i valori sono capovolti, e il denaro diventa più forte dell'uomo. Questo incontro viene fatto per il volontariato, non al servizio di qualche interesse superiore, perché ci sia un futuro per questa città, per quest'area e per questa regione. Ci poniamo questi interrogativi perché le vicende nazionali ci impongono molti interrogativi, almeno per lasciare un minimo di testimonianza ed un tracciato, perché altrimenti i tracciati che ci sono oggi confondono le idee e non danno sicurezze, né certezze, né speranze”.
Prima dell'incontro, Isolina Mantelli, riferendosi anche alle radici del centro calabrese di solidarietà,
ha fatto presente come “ non si vinca da soli, non si va da soli da nessuna parte, e l'idea è che forse è arrivato il momento che Catanzaro e Lamezia diventino un asse unico e condividano gli obiettivi. Questo significa migliorare, attraverso un numero maggiore di persone e di strutture, non un unico territorio in competizione con l'altro, ma costruire un territorio condiviso”.
Infine Ampelio Anfosso ha avuto modo di dichiarare come “ la nostra” sia “un'esperienza in ambito
sociale, non faccio un intervento politico. Bisogna avere la forza e la voglia di stare insieme, ed è
quello che facciamo noi del terzo settore, dell'associazionismo. Le nostre esperienze non nascono
oggi, abbiamo 30 anni di attività. Ma non tutti vogliono creare rete. Molti creano solo il proprio
orticello, benché da soli, secondo il mio punto di vista, non si vada da nessuna parte. Io ho
esperienza col Valentino beach club, uno stabilimento balneare che abbatte le barriere
architettoniche. E questo è una risorsa della città, di Catanzaro e Lamezia, non solo della
cooperativa Zarapoti. Penso sia questo il modo giusto di ragionare: pensare all'interesse collettivo”.
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