“Le dichiarazioni, nell’odierna conferenza stampa, circa alcune motivazioni che hanno comportato la decadenza dell’obbligo vaccinale, anticipata al 31 ottobre e conseguentemente la sospensione delle sanzioni per gli operatori sanitari no vax, lasciano più di una perplessità. Affermare che 4000 operatori possono riprendere l’attività lascia intendere che finora sono state sottratte risorse all’erogazione di servizi sanitari essenziali. Verrebbe da chiedersi quanti di questi siano dirigenti medici e sanitari dipendenti del SSN e non piuttosto titolari di studi professionali privati o se non di partita IVA”. E’ quanto afferma Filippo Larussa, componente dell’esecutivo nazionale dell’Anaao Assomed, che aggiunge contemporaneamente come "ogni giorno 7 medici lasciano volontariamente il SSN per le condizioni di lavoro insostenibili".
“Anche se fossero la metà (ma in realtà dai dati disponibili risulterebbero meno di 900), si ricorda -afferma Larussa - che sono 130 mila i dirigenti medici e sanitari dipendenti, quindi è abbastanza avventuroso ipotizzare che le gravi lacune e disfunzioni, segnalate da ultimo sui dati sulla mobilità sanitaria di molte regioni e il ritardo nel recupero sulle liste d’attese accumulato durante la pandemia, siano in qualche modo riconducibili alla temporanea sospensione di un numero molto limitato di colleghi. Per i quali, peraltro, un illustre docente universitario a lungo in predicato per occupare la poltrona di ministro della Salute ed addetto ai lavori (per la cronaca, Matteo Bassetti), ha sostenuto proprio ieri che farebbe rifare l’esame di malattie infettive a questi colleghi. Di fatto annullerebbe o quasi la laurea in medicina, istituendo un mini-corso di recupero”.
“Riteniamo che alcune affermazioni, specie se provengono da fonti autorevolissime dovrebbero essere attentamente vagliate sulla base di evidenze scientifiche e non su ipotesi, legittime, ma dettate sicuramente da valutazioni di indirizzo politico”.
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