di STEFANIA PAPALEO
A procacciare contratti era bravissimo. Ma lo era anche a intascarsi i soldi dei clienti senza versarli nelle casse del noto gruppo assicurativo alle cui dipendenze lavorava da anni. Si parla, addirittura, di un buco di oltre 800 mila euro, lasciato dal produttore del II Gruppo della Lostumbo assicurazioni snc-Agenzia generale della Generali spa-Divisione Ina-Assitalia di Catanzaro, che adesso dovrà difendersi dalle accuse di truffa e appropriazione indebita che gli vengono contestate dal sostituto procuratore Domenico Assumma. E dovrà farlo davanti al giudice monocratico, Maria Cristina Flesca, al processo che inizierà il prossimo 20 ottobre, data in cui ad affiancarlo nella difesa ci saranno gli avvocati Antonello Talerico e Noemi Lucia.
Chiuse le indagini preliminari, infatti, nulla aveva potuto l'indagato per convincere la Procura della propria estraneità ai fatti, ricevendo così un decreto di citazione a giudizio che lo trascinerà direttamente dentro un'aula di Tribunale, a difendersi dalla ricostruzione accusatoria scaturita dalla dettagliata denuncia che era stata presentata dai legali rappresentanti dell'agenzia assicurativa nel momento di venire a conoscenza del clamoroso ammanco.
Scoperte le prime anomalie, in pratica, i tecnici del gruppo assicurativo si erano messi all’opera per risalire alle somme mancanti, rivelando irregolarità rispetto alla posizione di ben 65 clienti, tutti gestiti dall’operatore in questione e al quale avevano versato ingenti somme di denaro corrispondenti ai rispettivi premi previdenziali. Soldi che l’agente assicurativo si sarebbe ben guardato dal girare all’Agenzia generale per conto della quale aveva incassato ben 820.290,16 euro, facendoli piuttosto confluire sul proprio conto corrente bancario, così come avrebbero accertato, nel novembre del 2015, gli agenti di Polizia giudiziaria che avevano portato avanti le indagini.
Da lì l’accusa di appropriazione indebita, alla quale si era aggiunta quella di truffa per avere l’indagato raggirato un ulteriore cliente, inducendolo a sottoscrivere il presunto “rinnovo” della polizza assicurativa e poi a versargli in contanti e a più riprese (tra dicembre 2012 e dicembre 2016) somme di denaro per un ammontare di 6000 euro, quale premio assicurativo annuo, con conseguente danno della persona offesa consistito nella perdita della somma in questione.
Fin qui, dunque, la ricostruzione dei fatti mesa su dalla Procura e contro la quale imputato e difensori di fiducia sono chiamati a battersi al processo fissato per il 20 ottobre.
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