La vicenda della mancata fornitura per “mancanza di budget” di una cannula tracheostomica salvavita a un bambino di cinque anni disabile, da parte dell’azienda sanitaria di Reggio Calabria, è stata portata all’attenzione del governo con una interrogazione dei deputati di Fratelli d’Italia Wanda Ferro ed Edmondo Cirielli al presidente del Consiglio e al ministro della Salute.
Secondo quanto riportato dalla stampa, un cittadino di Monasterace, Saverio Genovese, papà del piccolo Pasqualino, affetto da tetraparesi spastica distonica, si è visto negare per ragioni economiche l’importante presidio sanitario da parte dell’ufficio protesico di Siderno. “Secondo quanto denunciato dall’uomo, che ha presentato un esposto alla Procura di Locri, il bimbo ha bisogno della cannula tracheostomica salvavita, che deve essere cambiata ogni mese, ma l’ufficio protesico di Siderno ha fatto sapere che il presidio sanitario non è disponibile perché “non c’è budget”, nonostante tali presidi siano previsti, tra l’altro, dal programma operativo 2019-2021 redatto dalla stessa Regione Calabria. Secondo quanto riportato da fonti di stampa – dicono i parlamentari di Fratelli d’Italia - l’episodio è avvenuto lo scorso 26 gennaio quando Saverio, con in mano tutta la documentazione redatta dal reparto di neuropsichiatria del policlinico “Gemelli” di Roma, si è presentato nell’ufficio dell’Asp che avrebbe dovuto fornirgli la cannula.
Nella stessa assurda situazione di attesa, solo a Siderno, ci sarebbero oltre 200 persone. Il bambino non ha bisogno solo della cannula, ma necessita di assistenza infermieristica specialistica, di riabilitazione logopedica e psicomotricità, ma anche prestazioni relative alle funzioni respiratoria e alimentare e prestazioni relative all’attività educativo-relazionale-ambientale. Oltre alla denuncia all’autorità giudiziaria, in cui si chiede di individuare chi non abbia messo a bilancio i fondi necessari per fornire ai malati gravi terapie salvavita, il papà del bambino ha chiesto un incontro sia al procuratore Luigi D’Alessio che al commissario ad acta della sanità calabrese, Guido Longo, e al direttore sanitario dell’Asp di Reggio Antonio Bray, al fine di chiarire chi è tenuto a controllare l’effettiva destinazione di questi fondi e chi ha la responsabilità penale per il diritto di assistenza fin qui negato al bambino”.
Per i parlamentari di Fdi, che chiedono anche l’interessamento del commissario alla Sanità Guido Longo, si tratta soprattutto di “una battaglia civiltà in una regione, la Calabria, dove storie di questo genere dimostrano che in alcune aree della occidentalissima Italia il diritto alla salute esiste solo sulla carta”. Ferro e Cirielli chiedono quindi ai rappresentanti del Governo “quali immediate iniziative di competenza intendano assumere al fine di garantire i necessari presidi salvavita e le terapie riabilitative di cui il piccolo, e quanti come lui, necessitano, assicurando il fondamentale diritto alla salute riconosciuto dall’articolo 32 della Costituzione”.
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