L'assessore regionale Gallo chiede al ministro Bellanova misure per la promozione dei prodotti agroalimentari

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Gianluca Gallo, assessore regionale
  15 aprile 2020 10:23

“Nei momenti di crisi bisogna ripartire dai punti di forza. E il settore economicamente più forte dell’Italia è storicamente quello dell’agricoltura”. Questa la strada che l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianluca Gallo, ha indicato come quella da seguire per far ripartire l’Italia, nel corso della Conferenza Stato-Regioni, svoltasi in videoconferenza.

In particolare, al ministro alle Politiche Agricole, Teresa Bellanova, Gallo ha richiesto un sostegno per la promozione dei prodotti agroalimentari sui mercati. “C’è bisogno di maggiore attenzione e di un aiuto immediato da parte del Governo”, ha affermato l’assessore: “La Regione Calabria ha già deliberato lo stato di crisi per i comparti florovivaistico, lattiero-caseario e agrituristico, che anche altrove stanno subendo i danni maggiori derivati dall’emergenza Covid-19. Ad essi si è aggiunto anche il settore vitivinicolo, per il quale è necessaria un’immissione di liquidità per consentire il ristoro dei danni. Parliamo di un’immissione controllata e, naturalmente, verificata, e non di una somma da restituire nel giro di sette anni. Attendiamo fiduciosi misure del Governo, ma se queste dovessero mancare, bisogna far sì che l’Unione europea sia meno rigida nella gestione dei fondi comunitari”.

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Altro tema da affrontare attentamente, secondo l’assessore regionale calabrese, quello delle problematiche patite dal mondo della pesca, fonte di sostentamento per tanti lavoratori e famiglie calabresi. “Bisogna intervenire in ambito Agea – ha dichiarato Gallo – affinché tutti i legacci di natura burocratica e di altro tipo vengano superati rapidamente e si proceda a liberare tutte le risorse disponibili”. Infine, ma certo non per ultima quanto ad importanza, la questione legata al proliferare degli ungulati: “In Calabria, a fronte di una popolazione di meno di due milioni di abitanti, si contano oltre 300.000 cinghiali. È evidente, certo non da ora, come essi costituiscano un grave pericolo sia per la pubblica incolumità sia per l’agricoltura e l’allevamento. Per venirne fuori, occorrono risposte e strumenti emergenziali”.

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Il ministro Bellanova, dal canto suo, dopo aver preso nota di richieste e proposte, si è impegnata a definire di concerto con le Regioni azioni comuni, all’esito degli approfondimenti normativi e finanziari già avviati.

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